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Dai fasti del passato all'invisibilità: raccontiamo piazza Garibaldi, la "piazza di sotto"

Uno sguardo al cambiamento sociale dei luoghi della nostra Lanciano

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Lanciano, città storicamente nota per la sua florida produzione artigianale e per la sua posizione strategica che le ha conferito, nei secoli, il ruolo di signora del commercio.  Numerosi e svariati sono stati i cambiamenti che hanno accompagnato la città rendendola come oggi ci appare, ma è in particolare con l’amministrazione Berenga, agli albori del XX secolo, che Lanciano si trasforma, vestendosi di un’urbanistica nuova ed elaborata.

Prima però che venisse registrato un considerevole sviluppo edilizio che ha poi dotato Lanciano di importanti infrastrutture, come l’impianto elettrico, il collegamento ferroviario (Sangritana), il riempimento del fosso della Pietrosa e la realizzazione del corso Trento e Trieste, le dinamiche della città ruotavano tutte intorno a due grandi piazze, che i nostri nonni, forse ricorderanno come “piazza di sopra”, piazza Plebiscito, e “piazza di sotto”, piazza Garibaldi. Quest’ultima infatti, prima della risistemazione urbana, vantava la presenza di numerosissime attività commerciali e artigianali e come risulta evidente dai ricordi del passato e dalle antiche fotografie ormai consumate, accoglieva un’inaspettata fiumana di gente che animava l’intera piazza. Ad un tratto però, come ci raccontano all’unisono le generazioni successive che ancor oggi, con coraggio e passione resistono conservando  le attività di famiglia, “ la  piazza si è svuotata”. Complice l’ampliamento della città, la decentralizzazione, la nascita di nuovi quartieri, come l’odierno Santa Rita (un tempo zona 167) , quest’antica piazza ha perso la sua vivacità e con essa ha iniziato man mano a rinunciare a quelle storiche botteghe che l’avevano resa protagonista del commercio cittadino.

Quest’involuzione però non ha scoraggiato i negozianti e i vecchi artigiani che hanno ereditato quei redditizi esercizi di un tempo e che oggi lottano per andare avanti nonostante ci spiegano “ le cose sono molto cambiate, sono diverse“ e per citare il signor Giuseppe, noto venditore di tessuti “tutto ormai è evaporato”. Tra i venditori è facile intercettare la sensazione nostalgica che li attanaglia e si avverte immediatamente una sottile rassegnazione ad una situazione, anche amministrativa, che certamente non li sta aiutando. Ad aggiungersi  infatti alle diverse problematiche dovute alla nota crisi economica e alla proliferazione di centri commerciali, insiste anche la questione l’assenza dei parcheggi, la mancanza dell’antico splendore del tradizionale mercato dove un tempo tantissimi contadini, soprattutto dalle zone di Sant’Egidio, si recavano a vendere la verdura, ed ultimamente anche l’entrata della ZTL.

              

Basterebbe però passeggiare per piazza Garibaldi con occhio vigile per constatare la ricchezza storica che la circonda, osservare le antiche botteghe, talune ancora esistenti, dalle strutture ormai anziane e superate, come ad esempio la meravigliosa vetrina in legno dei Cespites, risalente alla fine dell’800, o il piccolo negozietto dei Rosati, nota famiglia lancianese di orologiai, il cui nonno di ritorno dall’America, nei primi del ‘900, come ci racconta il nipote che ancor oggi prosegue l’arte, fondò proprio in quel posto “l’orologeria americana”, dando all’attività uno stile oltre oceanico. Ma non sono le uniche, infatti resistono anche le macellerie, che un tempo caratterizzavano la zona, una in particolare conserva ancora l’antica insegna disegnata a mano.

È dunque una piazza imbevuta di storia e di racconti del passato, che i proprietari, oggi non più giovanissimi, rimpiangono con nostalgia, ricordando tempi, forse migliori, nei quali a contare e a bastare erano l’abilità artigianale, come ad esempio quella di aggiustare un orologio che consisteva, come ci confida con orgoglio il signor Rosati nel “rimettere in sesto un orologio, ridargli movimento che è importante poiché l’orologio non è solo un segna tempo”, oppure contava il vero rapporto con il cliente, ed è facile rendersene conto, perché le persone che trovi di fronte non sono semplici venditori, ma sono persone, concittadini, che in quelle attività sono nati e poi cresciuti e che hanno ereditato dai  familiari che li hanno preceduti ,quella naturale predisposizione verso la clientela, quel rispetto e quel rapporto di fiducia che rimane il segreto di ogni storica bottega. 

Infine mentre alcuni di loro reagiscono e si oppongono alle difficoltà, molti altri hanno abbassato invece la serranda, molti antichi mestieri come ad esempio la famosa coltelleria, e non mancano moderni cartelli di vendita affissi su mura segnate dal passato creando malinconici contrasti. 

Da piazza Garibaldi sollevando lo sguardo si scorge l’imponente monumento, eretto di spalle nel ‘26, per creare la separazione tra la piazza di sotto e la piazza di sopra,  oggi una divisione ancora più tangibile e che ha svantaggiato una bellissima e antica realtà lancianese.

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