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La protesta del Collettivo Uallò Uallà contro l'elettrodotto Terna

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LANCIANO - Oggi, alle otto e mezza una camionetta blu in trepida attesa al piazzale della Stazione Sangritana in Via Brescia, mentre i ragazzi del Collettivo di UallóUallà si avvicinano con musica e bandiere. Percorrono il corso e comincia la manifestazione dei cittadini lancianesi, dal punto di partenza alle nove e mezza il mini-corteo si incammina verso il Polo S. Spirito, intenzionato a boicottare l'info day di Terna.

Cori, intonati contro la Società per azioni, e grida contro i biocidi propagandati dalle istituzioni e dai mass media, che stravolgono le bellezze d'Abruzzo con muri alti sino a novanta metri circa. Un corteo sentito da tutti e determinato ad impedire un'altra grande opera inutile e dispendiosa, volta solo al profitto della grande finanza, all'inquinamento ambientale, al danneggiamento della salute collettiva della popolazione abruzzese. I ragazzi arrivano a destinazione, giungono al Polo S. Spirito, con l'aiuto di Zona 22 e Nuovo Senso Civico, parte il sit-in, tutti i manifestanti prendono una stampa serigrafica in mano e si diramano in tutti i lati del chiostro.

Così, ad una distanza di pochi passi si scontrano due posizioni completamente divergenti: da una parte Terna spa, dall'altra il Collettivo. All'interno si esponeva la meraviglia energetica dell'Elettrodotto Villanova-Pescara, al pari del progresso tecnico tanto amato dal positivismo ottocentesco, omettendo che da molti studi clinici e sperimentali si è scoperta la pericolosità di tale infrastruttura, mentre all'esterno si denunciavano i crimini ambientali ed i danni paesaggistici che dall'altro lato del muro venivano completamente trasformati in sciocchezze dettate dall'ignoranza.

I ragazzi di UallóUallà si oppongono completamente alla costruzione di questo eco-mostro ed anzi oppongono all'uso criminale delle idee ambientaliste, legate solo al puro profitto, la vera Green Economy con il buon utilizzo del territorio, attraverso lo sfruttamento dell'industria agricola, pilastro portante e midollo osseo del nostro territorio, la crescita sostenibile e non l'elettro-smog, lo sfregio del patrimonio naturale delle nostre campagne e del mare, come per il punto di estrazione petrolifera Ombrina. Terna, anche se è stata citata in ricorso presso il TAR dai Comuni nostrani, sta ostinatamente continuando l'espropriazione dei terreni, sta insultando chiunque si opponga alla sua politica, quanto alla tutela dell'ambiente. Non è possibile ammettere una tale offesa ulteriore al degrado che si sta realizzando, il quale già è una forma di insulto agli abruzzesi.

Malgrado tutto, durante il sit-in v'è stato anche un incontro/scontro con i tecnici di Terna, lasciandosi poi con l'uscita di questi in cui i Responsabili, dichiaratisi unici promotori di quest'opera coadiuvati e "protetti" dal Ministero, si sono trovati con le spalle al muro sulla questione della democraticità dell'istallazione dell'Elettrodotto senza una consultazione generale a tal proposito. Diciamo basta alla distruzione ed al disfacimento, diciamo si alla costruzione dell'economia rispettosa della nostra terra. 

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