Era marzo 1986. Sono trascorsi trent’anni dallo scandalo del metanolo che mise in ginocchio il settore vitivinicolo nazionale. Ma da allora, il vino italiano è rinato arrivando a diventare il prodotto simbolo di un Paese ora leader a livello mondiale. Un percorso di qualità, una Rinascita vera e propria, che vede protagoniste tutte le regioni d’Italia.
Soprattutto l’Abruzzo, che può considerarsi oggi tra le regioni in cui il vino – con particolare riferimento al Montepulciano - ha saputo imporsi fino a diventarne l’immagine di riferimento, con una filiera che costituisce il principale comparto agricolo regionale e può contare su oltre 32.000 ha di vigneto specializzato (di cui 3.559 ettari a biologico) localizzati prevalentemente in collina, una produzione media di uva vinificabile attestata intorno ai 5 milioni di quintali all’anno a cui corrisponde un quantitativo medio di vino intorno ai 3,5 milioni di ettolitri (70% dei quali rossi, il restante 30% bianchi) per un totale di diciottomila aziende interessate sempre a più alta specializzazione.
Un settore fiorente, come conferma un dato per tutti: l’export regionale nel 2015 ha raggiunto il tetto di 138milioni di euro, più del doppio rispetto a dieci anni fa quando il valore dell’export abruzzese era inferiore 61 milioni di euro (elaborazioni Coldiretti Abruzzo su dati Istat). Le mete del nostro vino? Germania, Francia, Regno Unito, Usa e Canada, ma anche i nuovi mercati quali quelli orientali.
“Il caso del metanolo rappresenta un esempio per tutto il sistema produttivo italiano della necessità di passare da un’economia basata sulla quantità ad un’economia che punta invece su qualità e valore” dice il Direttore di Coldiretti Abruzzo Giulio Federici – Dobbiamo fare tesoro di quanto è avvenuto trenta anni fa e della Rinascita che ne è derivata, continuando a mettere in pratica un approccio sempre più attento nei confronti di qualità, specificità e distintività del prodotto vino, caratteristiche che hanno portato il vino abruzzese, con particolare riferimento al Montepulciano, ad essere apprezzato in tutto il mondo”.
Il boom dell’export registrato in Abruzzo è comunque in linea con l’andamento di tutta la penisola, dove il vino ha fatto segnare nel 2015 il record storico nelle esportazioni che hanno raggiunto il valore di 5,4 miliardi di euro. Il risultato è che oggi nel mondo 1 bottiglia di vino esportata su 5 è fatta in Italia che si classifica come il maggior esportatore mondiale di vino. Il 66% delle bottiglie di vino esportate dall’Italia sono Dog/Doc o Igt. In termini di fatturato il primo mercato del vino Made in Italy con il valore record delle esportazioni di 1,3 miliardi di euro sono diventati gli Stati Uniti che hanno sorpassato la Germania che rimane sotto il miliardo davanti al Regno Unito con oltre 700 milioni di Euro.
Ma negli ultimi anni si sono aperti nuovi mercati prima inesistenti come quello della Cina dove le esportazioni di vino hanno superato gli 80 milioni di euro nel 2015. Nel 2015 rispetto all’anno precedente le vendite hanno avuto un incremento in valore di oltre 13% negli Usa, mentre nel Regno Unito l’export cresce dell’11% e la Germania rimane sostanzialmente stabile. In Oriente le esportazioni sono cresciute sia in Giappone sia in Cina rispettivamente in valore del 2% e del 18%.