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Il sindaco di Orsogna Montepara contro l'elezione dei sindaci nel Comitato Ristretto Asl

“Penalizza i centri minori, ignorati 90 comuni su 104”

Redazione
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ORSOGNA – Dopo l’elezione dei primi cittadini nel Comitato Ristretto della Asl Lanciano Vasto Chieti, il sindaco di Orsogna Fabrizio Montepara, presente anche lui nel corso dell'Assemblea, subito commenta il risultato della votazione e una scelta che penalizza i comuni più piccoli, territori che hanno necessità di essere ugualmente ascoltati.

A rappresentare il territorio e i comuni nell'Azienda sono stati eletti infatti il Sindaco di Lanciano Mario Pupillo insieme al primo cittadino di Vasto, Chieti, Ortona e Casoli.

“La scelta dell'Assemblea dei sindaci della Asl Lanciano Vasto Chieti di eleggere solo rappresentanti dei Comuni più grandi nel Comitato ristretto dei sindaci è una grave penalizzazione per i centri minori della provincia e nei confronti della medicina territoriale” queste le parole del sindaco che spiega come proprio nel corso delle votazioni ha scelto, insieme ad una decina di sindaci del territorio, di abbandonare l’assemblea.

“Non abbiamo partecipato al voto. - spiega Montepara - Avevamo proposto la candidatura del sindaco di Villa Santa Maria, che avrebbe dato voce ai circa 90 piccoli Comuni sui 104 che compongono la nostra provincia. Sono invece prevalse le ragioni di partito e non c'è stato alcun accordo. Sarebbe stato un segnale importante per la larghissima maggioranza dei cittadini di questa provincia e verso i loro problemi ed esigenze, che non sono legati solo agli ospedali”.

Polemica contro la decisione che non rappresenterebbe un reale vantaggio per le piccole realtà “Si continua a parlare di rafforzare i distretti, la medicina sul territorio, le forme innovative di assistenza, ma alla fine le logiche e gli interessi da tutelare rimangono sempre gli stessi. – aggiunge ancora il primo cittadino di Orsogna – Addirittura per la votazione il PD ha fatto presidiare i lavori assembleari dalla Segretaria provinciale, Chiara Zappalorto, a evidenziare un modus operandi slegato da dinamiche di scelta che "dovrebbero" essere dei soli sindaci e dei territori e che appartiene invece a dinamiche di becero decisionismo politico e di spartizione di poltrone”.

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