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A Trentino La Barba il ricordo della città nel monumento di Nicola Antonelli

Oggi l'inaugurazione dell'opera, tra la commozione e l'orgoglio, in uno dei luoghi storici della Rivolta Lancianese

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LANCIANO – Una ricorrenza, quella del 73° anniversario della Rivolta Lancianese che, quest’anno, acquista un valore diverso, con un simbolo che racconta di come la città senta vivo e forte il legame con il passato glorioso di chi scelse di sacrificare la vita per la libertà.

In un luogo simbolo nel Largo dell’Appello, che guarda verso la Majella da dove partirono i partigiani che si opposero all’oppressione nazifascista, oggi la città si è raccolta per scoprire il volto di Trentino La Barba in un’opera che racchiude dentro di se il valore del suo martirio, da custodire ancora oggi, che sia monito e ricordo.

Una figura imponente come il suo coraggio e che si libera da un albero, simbolo della sua morte, come ricordato anche nelle parole commosse dell’artista Nicola Antonelli “Conobbi la storia di Trentino La Barba a sette anni, vidi il suo volto nelle immagini, era qualcosa di sgranato, ho subito pensato di lavorare su un volto che fosse la rappresentazione del dolore, dell’orrore della guerra. Volevo rappresentare la sua storia, quella degli altri partigiani ma anche la storia di un’epoca e di un’intera generazione.” Un’opera che guarda al futuro ed in cui l’artista ha voluto raccogliere il senso della libertà che ancora oggi va ricercato e custodito di fronte a quello che ancora nel contemporaneo segna la nostra storia. “Tenere in vita la memoria significa indignarsi ogni giorno”.  

La banda della città di Lanciano, i bambini della scuola elementare Eroi Ottobrini con le loro bandierine tricolore e con il canto Fronne d’Autunno, le istituzioni cittadine, e l’Anpi Lanciano hanno ricordato e applaudito le parole per accompagnare il monumento dedicato a chi ottenne la medaglia d’oro al valor militare, operaio cordaio lancianese che morì dopo essere stato catturato, torturato ed ucciso senza fare il nome dei suoi compagni partigiani. 

A liberare il monumento il gesto della figlia Stella La Barba, oltre alla commozione del nipote, Trentino La Barba che porta fiero il nome di un nonno che ha dato tanto alla sua città, e dei tanti che sono gli eredi dei Martiri Ottobrini.

Una scelta quella di ricordare il suo gesto nelle giornate del 5 e 6 ottobre del 1943, il figlio più grande tra i partigiani che portarono avanti la rivolta lancianese, “Dedichiamo questo monumento in un luogo storico come quello delle Torri Montanare perché è un luogo dove maggiormente infuriò la battaglia, dovremmo tutti fare silenzio per sentire ancora il crepitio delle fucilate e delle mitragliatrici dei soldati tedeschi contro i nostri giovani partigiani – le parole di Maria Saveria Borrelli presidente Anpi Lanciano – l’artista che ha realizzato l’opera ha fatto il viso di quello che deve rappresentare il martirio di Trentino La Barba proprio rivolto verso la grande Majella madre. Un monumento fortemente voluto dall’Anpi e realizzato con il contributo dell’Amministrazione Comunale di Lanciano, della fondazione Brigata Majella e del sindacato dei lavoratori Cgil”.

“Ricordare un eroe e ricordare che dobbiamo essere sempre vigili nella difesa della libertà e della democrazia, - le parole del Sindaco Mario Pupillo - siamo qui per tutelare questo luogo e per tutelare questa città alla presenza di Trentino La Barba che è stato l’esempio più fulgido della città di Lanciano in questo 1900 martoriato dalle guerre”.

 

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