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Sansificio Treglio: ora tocca alla provincia di Chieti decidere

Il comune di Treglio punta alla delocalizzazione e si dice pronto a lottare per impedire la riapertura senza apportare modifiche.

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LANCIANO - La paura che dopo 11 mesi di chiusura, gli impianti di Treglio possano tornare a creare nubi di fumi cielo è forte e presente tra i tanti cittadini per la propria salute e per quella dei propri figli. Per questo, questa mattina, mercoledì 4 novembre, un centinaio di manifestanti si sono ritrovati davanti la sede del tribunale di Lanciano per gridare ancora con forza il proprio no alla riapertura degli stessi.
E mentre fuori i cittadini gridavano il loro dissenso, il sindaco di Treglio Massimiliano Berghella ed il rappresentante di Nuovo Senso Civico Alessandro Lanci hanno incontrato il procuratore Francesco Menditto per fare chiarezza sulla situazione, dopo la momentanea riapertura di uno degli essiccatori.

Come chiarito anche dalla stessa Procura nei giorni scorsi, il sequestro risulta essere ancora attivo e i fumi che sono tornati a sporcare il cielo di Treglio sono solo il frutto di prove per capire se, quando e come il sansificio potrà essere in regola con le emissioni.

“Siamo davvero grati alla Procura di Lanciano per l’enorme lavoro fatto - ha commentato il sindaco Massimiliano Berghella - ma ora la palla passa alla provincia di Chieti ed all’ARTA che devono assumersi le loro responsabilità”. Nel 2016 scadrà l’autorizzazione che permette agli impianti di essere fisicamente lì, per questo il sindaco Berghella chiede che questo termine venga rispettato e che si provveda alla delocalizzazione, così come previsto dalla legge e richiesto dal paese affrescato con forza. “Vogliamo che la provincia e l’ARTA si assumano le loro responsabilità, che si rispettino i tempi - ha spiegato Berghella - e non consentano la riapertura degli impianti attraverso una modifica non sostanziale, cioè senza mettersi in regola con i limiti delle emissioni”.

“La Procura ha ridato dignità ai cittadini - ha proseguito Alessandro Lanci - ma non può entrare nelle decisioni amministrative, per cui ora è tutto nelle mani della provincia. Abbiamo il serio timore che queste prove siano solo l’anticamera della riapertura definitiva e noi non lo vogliamo”.

“Noi stiamo facendo tutto il possibile, compreso un ricorso al TAR contro le nuove autorizzazioni della provincia - ha concluso Berghella - ma abbiamo bisogno di voi. Se non vogliamo la riapertura, dobbiamo essere tanti e uniti, così da farci sentire e vincere la parte più difficile di questa battaglia”.

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