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Movimento agende rosse: legalità e giustizia dalle parole di Salvatore Borsellino

Un incontro per continuare a sentire "quel fresco profumo di libertà" che viene dal rispetto delle regole

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LANCIANO - Si è svolto ieri, giovedì 26 febbraio, presso la Sala della cultura della parrocchia “Spirito Santo” del quartiere Santa Rita, un convegno organizzato dal Movimento Agende Rosse Abruzzo “P. Borsellino – G. Falcone” e patrocinato dal Comune di Lanciano, dal titolo “Costituzione e legalità: quale futuro?” alla presenza di Massimiliano Travaglini, responsabile locale del movimento creato da Salvatore Borsellino, di Tonino Braccia, superstite e grande invalido per terrorismo nella strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, ed Enzo Di Salvatore, docente di Diritto Costituzionale presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Teramo. Presenti anche il sindaco Pupillo e l'assessore all'Istruzione Marcello D'Ovidio che portano il saluto della città.

Tenere viva la memoria sulle stragi di mafia ed educare, sensibilizzare al rispetto della legalità sotto tutte le sue forme. Questo il contenuto dell'incontro impreziosito soprattutto dall'intervento telefonico di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino e fondatore del Movimento Agende Rosse, che rivolto alla platea continua a chiedere verità e giustizia: “Dal processo, purtroppo, sta venendo alla luce che mio fratello ed i ragazzi della scorta sono morti per una scellerata trattativa avviata da pezzi deviati dello Stato. È importante che si conosca la verità su ciò che sta alla base di quella che chiamiamo seconda Repubblica. Io mi dedico a questa lotta - continua Borsellino - ma per continuare ad avere speranza è importante che senta l'appoggio di voi giovani. Io non so se riuscirò a vedere verità e giustizia, ma è importante che nel nostro paese si riesca a sentire quel fresco profumo di libertà per cui Paolo ed i suoi ragazzi hanno sacrificato la loro vita”.

Infine un ringraziamento ai giovani perché: “Da voi giovani prendo la forza e la speranza per continuare a lottare per la verità, per la giustizia che manca da vent'anni”.

Legalità che non vuol dire soltanto lotta alle mafie, non vuol dire soltanto rispetto delle leggi ma soprattutto vuol dire pretesa, da parte dei cittadini, che le stesse vengano applicate e salvaguardate perché “la legge è garanzia per tutti noi”.

Proprio su questo punto è stato incentrato l'intervento del sindaco Pupillo che chiede il semplice rispetto delle regole e punta il dito contro la “crisi morale ed etica” che pervade la nostra società: “L'Amministrazione comunale sta avviando interventi per la costruzione di dossi stradali nel quartiere Santa Rita. Non è possibile – aggiunge il sindaco – che un'Amministrazione debba spendere 22 mila euro per realizzare questi lavori quando basterebbe il senso civico ed il rispetto dei limiti di velocità”.

Non si è parlato solo di mafia. Ieri è stata l'occasione per ricordare anche altre stragi del passato che restano ancora senza verità. Una di queste è la strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980 che Lanciano vive direttamente grazie al racconto di Tonino Braccia, superstite e grande invalido civile, che chiede soprattutto verità e certezza della pena: “In Italia non c'è certezza della pena. I due principali imputati per la strage di Bologna hanno ucciso 85 persone. Sono stati condannati rispettivamente ad otto e nove ergastoli ma sono già a piede libero” è lo sfogo di Braccia.

“In seguito all'attentato ho attraversato periodi difficili. Per mesi sono stato completamente bendato, ed anche se accanto a me avevo tante persone, continuavo a sentirmi solo. Sono stato depresso per 11 anni ed avrei preferito morire piuttosto che essere salvato, ma oggi ho ritrovato la fede e grazie ad essa riesco ad apprezzare meglio la vita”.

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