LANCIANO - Miserere, Amplius, Tibi Soli, Ecce Enim, Auditui Meo, Cor Mundum, Redde Mihi, Libera, Quoniam e Benigne. Sono questi i titoli dei versetti dispari del Salmo 50 di Davide che accompagnano, in musica, la settimana santa lancianese.
Quella che può essere considerata una vera e propria colonna sonora della settimana di Passione lancianese è legata a doppio filo con il compositore ottocentesco Francesco Paolo Masciangelo che scrisse delle composizioni proprio per l’Arciconfraternita, nel 1882 diresse l’orchestra e venne nominato confratello onorario. E’ infatti il Miserere musicato da Masciangelo nella seconda metà dell’800, proprio per l’Arciconfraternita Morte e Orazione, ad essere il vero leitmotiv della settimana che precede la Pasqua. La richiesta di perdono dell’uomo per aver tradito ed umiliato Cristo su quegli spartiti di un secolo e mezzo fa diventa musica. Ogni nota segna un nuovo mea culpa, ogni frase aiuta l’uomo ad avvicinarsi a Dio. E quest’anno c’è un motivo in più per celebrare il compositore frentano perché proprio nel 2016, proprio nel giorno del Venerdì Santo, ricorrono i 110 anni dalla sua morte.
Ma di pari importanza, è il più grande allievo di Masciangelo, Francesco Paolo Bellini, che proseguì, sulle orme del maestro, il suo lavoro, donando altrettante toccanti musiche e di impatto alla stessa Arciconfraternita. Nel corso degli anni, i brani tratti dal Miserere venivano eseguiti durante le cosiddette “posate” che si tenevano nei luoghi simbolo della Lanciano di un tempo. Ed è una volta cessata questa tradizione, che si è arrivati ai tradizionali concerti della settimana santa che conosciamo oggi.
Ma sono probabilmente le due marce funebri che accompagnano l’incedere lento dei confratelli e del Cireneo durante le processioni del Giovedì e del Venerdì Santo a segnare la perfetta identificazione tra note e settimana santa. Parliamo del Christus, musicato da Masciangelo nel 1869 e dell’Elegia del maestro Ravazzoni. Il Christus di Masciangelo, insieme al Cor Mundum di Bellini, è senza dubbio la composizione che oggi più rappresenta l’Arciconfraternita. E l’Elegia, di cui purtroppo si sa poco, così come del suo compositore, venne proposta nel concerto del Venerdì Santo, a cui negli anni ’90 si aggiunse anche quello del mercoledì, solo negli anni ’50. Ma con il suo ritmo lento ma scandito divenne ben presto conosciuta ed apprezzata da tutti i lancianesi attaccati alle tradizioni della propria città. L’Elegia per orchestra, inoltre, apre i tradizionali concerti, con l’ingresso dello stendardo e del consiglio direttivo dell’Arciconfraternita.
L’appuntamento per fondersi tra sacralità e musica è per questa sera, mercoledì 23 marzo, alle 21.00, nel Santuario del Miracolo Eucaristico nella chiesa di San Francesco e Venerdì Santo, prima della solenne processione del Cristo Morto, alle 16.30, nella chiesa parrocchiale di Santa Lucia.
Ed è nelle note del mistero che si racchiude tutta la storia dell’Arciconfraternita.