Pesah, passaggio. La Pasqua del popolo ebraico, il passaggio dalla schiavitù in Egitto alla libertà nella Terra Promessa, la Pasqua di Cristo e il passaggio dalla morte alla Risurrezione. Passaggio, mai come in questi anni probabilmente la Pasqua torna all’origine e alla radice del significato della Parola. Uno dei momenti più importanti dell’Apocalisse, il libro ultimo dell’intera Bibbia – testo sacro per le tre grandi religioni monoteiste – è il passaggio per quella che viene definita la “Grande Tribolazione”. Don Tonino Bello disse che il retro della Croce ci ricorda tutti i sofferenti che tocca ad ogni cristiano far scendere dalla Croce. Tantissime, innumerevoli, sono oggi le sofferenze e le tribolazioni per milioni di persone in tutto il mondo. Lontane e accanto a noi.
In questi giorni si celebrano i riti pasquali cum populo, con il popolo. Momenti culminanti del triduo sono, come da antichissime tradizioni della Chiesa, la Messa in Cena Domini del Giovedì Santo, la Messa di Risurrezione la sera del Sabato Santo e la Processione del Venerdì Santo in cui i fedeli accompagnano la Madonna Addolorata e il Cristo Morto per le strade della propria comunità. Una tradizione che va anche oltre il solo significato religioso, di appartenenza e condivisione dell’intera comunità. Testimonianze riportano che già agli inizi dello scorso secolo si riunivano musicanti per partecipare alla Processione, tradizione rinnovata e giunta sino ai tempi odierni. Processione in cui l’intera comunità si ritrova, commossa e partecipe.
A Lanciano nel 1798, durante le funzioni della settimana santa, per la prima volta venne portata in processione la statua del Cristo Morto, la cui origine è legata alla leggenda di una monaca di clausura che sconvolta dalla perfezione della statua da lei realizzata, impazzì.
E’ dal XVII secolo che l’Arciconfraternita Morte e Orazione iniziò a solennizzare i riti della settimana santa e all’inizio non era una vera e propria processione, ma bensì una sacra rappresentazione teatrale con la raffigurazione dei momenti del martirio di Cristo dopo la mezzanotte del Venerdì Santo fino alle quattro del mattino. Negli anni, il corteo si è andato via via modificando, fino ad arrivare, nella seconda metà dell’800, più o meno, a quello a cui siamo abituati oggi.
L’attesa e la partecipazione di frentani e confratelli sono sempre le stesse. Anche la preparazione spirituale e logistica dei confratelli, per la processione, segue regole, riti e tradizioni consolidate. Si preparano le fiaccole lungo tutto il percorso, le torce, l’ordine di processione. Tutto segue un rituale ben preciso: l’uscita dalla chiesa, la disposizione dei misteri, la Croce e il Cireneo, la consegna dei fiocchi della bara del Cristo Morto, gli abiti confraternali e il raccoglimento.
Esce dal portone di Santa Chiara la Solenne Processione del Venerdì Santo che si apre con la Pannarola, che ha la stessa forma del fiocco di prua delle navi, dalla cui sommità si diramano dei fiocchi, portati dai bambini più piccoli. Sono loro ad aprire la processione perché rappresentano la forza motrice che fa andare avanti l’uomo attraverso il messaggio evangelico.
A seguire ci sono i talami con i misteri della Passione, accollati da adolescenti o da giovani confratelli. Ed è a questo punto che si trova la Croce, portata a spalla da un confratello scalzo, a ricordo di Simone di Cirene, che aiutò Gesù nella sua salita al Golgota. Il Cireneo è senza dubbio, come anche nella processione del Giovedì Santo, la figura che genera maggior interesse, curiosità e pathos emotivo poiché racchiude in sé tutto il significato della Passione di Cristo ed è ciò che caratterizza maggiormente l’Arciconfraternita. E i confratelli tutti gli fanno da ala, come in un grande abbraccio mentre si alternano nell’accollare la bara del Cristo Morto, privilegio esclusivo dei confratelli dell’Arciconfraternita Morte e Orazione.
La processione viene simbolicamente chiusa dalle consorelle che con la loro incessante preghiera accompagnano e circondano le statue dell’Addolorata, Maria di Magdala e Maria di Cleofa.
Foto: Marino Testa, fonte pagina facebook Arciconfraternita Morte e Orazione San Filippo Neri - Lanciano