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È il giorno della Squilla

Si rinnova la tradizione che anticipa il Natale

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Torna a Lanciano la tradizione natalizia della Squilla, le celebrazioni che anticipano il 25 dicembre e coinvolgono da secoli tutta la comunità. Alle 15 sarà celebrata la Santa Messa al cimitero, un’ora dopo partirà la processione da piazza Plebiscito la processione verso la Chiesa di Santa Maria dell’Iconicella. Alle 18 si tornerà in piazza Plebiscito per il suono della “Squilla” e alle 19 si concluderà la giornata con il rito privato nelle case.

La tradizione della Squilla affonda le radici nei secoli scorsi, nata nel 1607. Quell’anno l’arcivescovo di Lanciano Mons. Tasso per la prima volta si recò scalzo dal palazzo della Curia alla Chiesa dell’Iconicella, un pellegrinaggio che evoca il cammino di San Giuseppe e la Madonna verso Betlemme. La Squilla che ha dato il nome alla tradizione è la campana, al suono dalla Torre Civica il corteo dei fedeli che accompagnava Mons. Tasso si scioglieva e si rientrava nelle case. E da qui è nato il “rito privato” di riflessione e condivisione intorno al membro più anziano delle famiglie. La sera della Squilla è tradizione scambiarsi gli auguri e i doni, anticipando quel che avviene la notte del 24 dicembre o la mattina di Natale. 

Alla Squilla ha dedicato questa poesia Cesare Fagiani, lancianese vissuto nella prima metà del novecento.

La Squije di Natale 

 

La Squije di Natale dure n'ora

eppure quanta bbene ti sumente!

Tè na vucetta fine, e gna li sente

pure lu lancianese che sta fore!

 

Ti vùsciche di botte entr'a lu core

nu monne ch'à passate, entr'à la mente

ti squaije nu penzere malamente

nche nu ndu-lin-da-li che sa d'amore.

 

Ve da na campanelle chiù cumune

eppure ti rifà gne nu quatrale,

ti fa pregà di core,'n ginucchiune.

 

Ugne matine sone ma nen vale

la voce de lu ciele, pé ugnune,

chi sa pecché! ... le té sole a Natale!

 

 

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