LANCIANO - Sono 4 i ragazzi che, dalla Nuova Atletica Lanciano, lo scorso fine settimana, sono andati a Milano, a giocarsela con altri 1500 atleti, nei campionati nazionali di atletica allievi, dopo la fortunata esperienza nei campionati juniores della settimana scorsa.
Parliamo di Chiara Martina, 16 anni, Micaela D’Ambrosio, Alessandro Di Nunzio e Vincenzo Sasso di 17 anni.
Le ragazze si sono cimentate nella 2000 siepi, una corsa “molto coraggiosa”, come la definiscono loro, che nei 2 km prevede il salto di 5 ostacoli un po’ particolari, tra cui una buca piena d’acqua.
Alessandro e Vincenzo, invece, hanno gareggiato rispettivamente nel lancio del martello e negli 800 metri.
“Questo è il mio primo anno da allieva - ci ha raccontato Chiara - ed anche il primo nei campionati nazionali. E’ stata una bellissima esperienza e a prescindere da come sia andata la gara, è un ricordo che porterò sempre con me”.
“E’ stato il primo anno anche per me - ha proseguito Alessandro - e sono molto soddisfatto di come sia andata perché, grazie ad alcune dritte last minute del mio coach, ho migliorato di molto il mio tempo, arrivando quasi ai 50 metri”.
I ragazzi, più o meno, si sono tutti avvicinati al mondo dell’atletica da piccoli, trovando, ognuno a modo proprio, un rifugio in cui trovare amici, un bel gruppo e la possibilità di superare i propri limiti.
“A parte la gara - ci ha confidato Micaela - quello che mi ha lasciato dentro l’esperienza di Milano è il gruppo. Il nostro gruppo, unito, senza invidie, ma solo amicizie. E l’atmosfera che si crea nella nostra squadra credo sia difficile da trovare in altri sport”.
E nonostante le tante ore settimanali di allenamento, il divertimento non manca. “All’inizio mi sembrava di non riuscire - ci ha detto Vincenzo al termine della nostra chiacchierata - e c’è voluto del tempo prima che potessi vedere dei miglioramenti. Ma mi piaceva, e mi piace, correre, per cui non mi sono dato per vinto e ora sono contento delle mie prestazioni”.
“Ciò che distingue la nostra società dalle altre - ha concluso il presidente Matteo Granà - è proprio il rapporto che si crea tra dirigenti, allenatori e ragazzi”.
Nessuna rivalità, nessuna antipatia, ma solo la voglia di fare bene per se stessi, in compagnia di un gruppo affiatato che rispecchia in pieno i valori più alti dello sport.