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Federica Iannucci: dalla Vis Lanciano in Nazionale

Tra passione, lavoro e gruppo, un amore chiamato calcio a 5

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LANCIANO - “Il calcio a 5, soprattutto quello femminile, è passionale, genuino, spettacolare, intenso”. E’ così che Federica Iannucci, Vis Lanciano, 21 anni, studentessa di Scienze Motorie, vede il suo sport. E quello che oggi, oltre ad essere uno sport, “è la sua vita”, l’ha portata dritta dritta al raduno del Girone B della Nazionale di calcio a 5 femminile, a Genzano, la settimana scorsa.

“E’ stata un’esperienza davvero bellissima - ci ha raccontato Federica - soprattutto perché a 21 anni non è da tutti. Sono stati due giorni intensi, di allenamenti duri, ma non li definisco un sacrificio, perché li ho affrontati con gioia”. La gioia di una ragazza che vede ripagato il duro lavoro di questo campionato che l’ha vista protagonista nella riconquista della Serie A da parte della sua squadra e tutto l’impegno che, da quando aveva 12 anni, mette nel calcio a 5.

“Mi sono avvicinata a questo sport perché il mio papà giocava a calcio, e quindi stare a bordo campo o comprare un pallone per me è sempre stata la normalità - ci ha detto la stessa Federica - poi ho scelto il calcio a 5 perché quando ho iniziato io, non c’erano squadre femminili di calcio a 11, e meno male, perché questo è stato un vero amore”.

L’amore per il gruppo, per lo sport e per tutti i valori che rappresenta, sono il vero motore che muove Federica. “Per fare bene singolarmente, è importante trovarsi bene nel gruppo - ha continuato a dire il numero 11 della Vis Lanciano - avere un buon feeling dentro e fuori dal campo. E’ importante muoversi per il gruppo, ed è possibile farlo solo quando si vedono i propri valori rispecchiati nell’altro ed è così che è più facile perseguire lo stesso obiettivo”.

E questo rapporto con le sue compagne, nonostante affermi quanto uno spogliatoio femminile sia più complicato di uno maschile, viene fuori quando le chiediamo ancora della sua esperienza in Nazionale.
 “Quando sono stata convocata, ho subito avuto la vicinanza delle mie compagne. Ma prima di essere contenta per me, ero dispiaciuta perché mi aspettavo la convocazione anche di Deborah Paolucci, che invece non c’è stata - ci ha detto ancora con grande sincerità Federica - e nella mia esperienza in azzurro, ho portato qualcosa di ognuna di loro, quindi, alla fine, lì c’eravamo tutte”.

Ed avere una forte esperienza di squadra, probabilmente, l’ha aiutata anche a districarsi in un ambiente personalistico e in cui si tende sì a fare gruppo, ma soprattutto a volersi mettere in mostra, come quello della Nazionale. A breve ci sarà un nuovo ritiro a cui, probabilmente, seguiranno delle amichevoli e la continua battaglia per far inserire questo sport, ancora poco conosciuto, tra le discipline olimpiche.

“Sinceramente? Sì, mi aspetto di essere convocata - ha affermato senza falsa modestia Federica - perché quest’anno ho lavorato bene e credo di meritarmelo. Ma se non dovesse arrivare, pazienza, alla mia età, è già un grande traguardo. E mi sento di ringraziare il mio allenatore e il mio presidente che mi hanno permesso di esprimermi al meglio e di arrivare fin qui”.

E a chi non segue il calcio a 5, considerato come tanti altri, un sport minore, dice “non sapete che vi perdete. L’invito è di farsi prendere dalla curiosità e mettere il primo piede nel palazzetto, perché non innamorarsi di questo sport è praticamente impossibile”.

E la speranza per se stessa e per questo sport è che non cambi mai e che non si lasci contaminare da fattori economici, come è successo nel calcio a 11 maschile, perché la passione, la genuinità e l’importanza del gruppo sono la vera base del calcio a 5.

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