Esordio casalingo amaro per la Virtus. Sul terreno del "G. Cornacchia" di Pescara i rossoneri passano in vantaggio con un gol di Di Cecco (52') ma vengono prima raggiunti da Neto Pereira (71') e, infine, superati dal contestatissimo gol di Koné (85').
Cominciamo dalla fine perchè, mai come in questo caso, il veleno è nella coda: un intervento in gioco pericoloso di Neto Pereira su Mammarella (che rimane a terra dolorante, abbandonando successivamente il campo in barella) consente al Varese il recupero del pallone sulla trequarti offensiva; Pereira continua la sua corsa fino al cross basso che pesca, in piena area di rigore, Koné per il gol decisivo.
La partita s'innervosisce oltre misura e prima della fine (93') un'altra mischia, innescata da una spinta del DS biancorosso Milanese (espulso dal campo fra i fischi) ai danni di D'Aversa, "piovuto" in panchina dopo uno scontro di gioco, determina l'espulsione di Turchi per la Virtus e di Pucino per il Varese.
Le squadre concludono, così, rispettivamente in nove (la Virtus) e in dieci (il Varese) una partita a lungo equilibrata e ben giocata da entrambe, con grande organizazione tattica e molta attenzione.
Prima del finale incendiario si era vista una buona Virtus, forse meno distesa e spensierata di quella ammirata a Padova (probabilmente la tensione per l'esordio casalingo ha bloccato un po' quelli che erano sembrati meccanismi già oliatissimi) ma comunque in partita, attenta, organizzata.
Il Varese parte meglio e finisce meglio il primo tempo, nel mezzo la Virtus, quando comincia a far girare palla come sa, si fa preferire; l'occasione più ghiotta della prima frazione è proprio dei rossoneri, con Di Cecco che al quarto minuto stampa, di testa, il pallone sulla traversa.
Nel secondo tempo la Virtus aggredisce meglio la gara andando in vantaggio con lo stesso Di Cecco e avendo un paio di opportunità per raddoppiare. Quando il Varese trova l'1-1 di Neto Pereira la partita sembra avviata verso il pareggio ma il finale, già descritto, ne cambia il destino.
E' già tempo di pensare all'Ascoli (sconfitto in casa dal Bari), prossimo avversario; appuntamento domenica 9 settembre, di nuovo al "Cornacchia" di Pescara.
Gli uomini schierati da Gautieri (4-3-3)
Casadei; Aquilanti, Rosania, Scrosta, Mammarella; Di Cecco (82' Minotti), D'Aversa, Volpe; Pepe (76' Marceta), Testardi (60' Fofana), Turchi.
A disposizione: Leali, Almici, Bacchetti, Paghera.
VARESE (4-4-2): Bastianoni; Pucino, Rea, Troest, Grillo; Zecchin, Filipe (56' Corti), Damonte (76' Koné), Nadarevic; Neto Pereira, Momenté (70' Eusepi).
A disposizione: Milan, Fiamozzi, Kink, Lazaar.
All. Castori
PRECISAZIONI ROSSONERE
Per fortuna esistono immagini inequivocabili
Evitando di tornare su questioni di fair play e lealtà sportiva, precisiamo sulla questione Mammarella-Neto: l'intervento falloso del capitano varesino é solare in quanto, anche quando non vi fosse stato contatto, la semplice entrata a gamba alta e tesa costituisce "gioco pericoloso", quindi fallo e conseguente interruzione del gioco.
Questo per dire che la sostanza é la seguente: il gol è chiaramente irregolare; se poi nessuno fischia o sbandiera e qualcuno perde la partita per questo ... PAZIENZA! Pensiamo alla prossima.
Ma sull'episodio della rissa, la ricostruzione fatta nel comunicato dell'A.S. Varese è un elaborato di pura fantasia e non possiamo accettare che rimanga senza risposta.
La rissa è stata innescata, come documentato fedelmente dal video che precede e come sottolineato dal commento audio negli highlights di SKY, dal gesto incomprensibile e sconsiderato del DS varesino Mauro Milanese (giustamente allontanato dal terreno di gioco) che si è alzato ed è andato a spintonare Roberto D'Aversa (che non alza le mani su nessuno), letteralmente precipitato nella "fossa" della panchina ospite (lontano da Milanese) dopo uno scontro di gioco, ben dopo la caduta (e mentre D'Aversa si sta rialzando) e per qualsiasi altra ragione ma non certo quella di "proteggersi".
Con questo si spera di chiudere una polemica che ha avuto una coda sin troppo lunga.