Il Presidente della Regione Abruzzo nonché Commissario ad acta per la Sanità , Luciano D'Alfonso, ha inviato nei giorni scorsi due note alle Aziende Sanitarie Locali: una riguarda i beni e i servizi, l'altra riguarda il personale.
E' comprensibilissima la necessità , soprattutto in una regione commissariata quale è l'Abruzzo, di contenere i costi e di mantenere in equilibrio i bilanci.
E' meno comprensibile l'azione di blocco contenuta nei due provvedimenti e riferita, la prima, alla sospensione dell'acquisizione di beni e servizi e, la seconda, al taglio di parte del personale assunto con contratto a tempo determinato (la cui spesa dovrà ridursi nel 2015 al 50% di quella sostenuta nel 2009).
Sarebbe più corretto (e onesto) informare i finanziatori del sistema sanitario regionale (i cittadini) che, a seguito di una carenza di risorse, vengono tagliati i servizi destinati a garantire l'adeguatezza e la completezza della risposta ai bisogni di salute degli stessi.
Viene naturale domandarsi se il "difetto" è nella carenza delle risorse economiche o nella programmazione regionale.
E' indubbio che il compito prioritario del Governo Regionale, relativamente ai servizi sanitari, è quello della programmazione (definire i servizi da garantire, dove, in quali strutture, con quali professionisti, con quali collegamenti e con quale "rete"). Ma è anche necessario avere un progetto regionale sul quale confrontarsi e discutere, in linea con quanto affermato dall'OCSE come necessità e ribadito dalla Presidente della Federazione nazionale collegi Ipasvi, Annalisa Silvestro (link). E' dunque necessario partire da dove gli infermieri sono sempre in primo piano anche nelle recenti norme di programmazione nazionale.
Nei sistemi avanzati la programmazione e/o la riorganizzazione (che solitamente necessita di investimenti) anticipano la razionalizzazione.
Nel caso in questione si tratta solo di un razionamento (probabilmente conseguenza diretta di scelte del passato, legate ad altre variabili).
Come Infermieri riteniamo di grande importanza il "rientro" dalla situazione di commissariamento, ma non a scapito della salute delle persone e della sicurezza degli operatori.
Ci piacerebbe che il governo regionale decidesse, sulla base delle situazioni epidemiologiche, demografiche e sociali, in maniera "laica", il nuovo assetto del sistema sanitario regionale.
Le evidenze, unitamente allo sviluppo scientifico e tecnologico, saranno sicuramente di aiuto per definire cosa c'è "di troppo" e cosa c'è "di troppo poco", possibilmente senza riferimenti alle vecchie logiche politiche e partitiche, dove i valori sono molto meno nobili di quelli dichiarati.
A seguire, sempre nel rispetto delle necessità regionali "di rientro", riteniamo necessario che il Governo regionale definisca nuovi criteri per la determinazione delle dotazioni organiche e nuovi indirizzi per garantire le sostituzioni delle lunghe assenze (ad esempio quelle legate alle situazioni di gravidanza e ai benefici della Legge 104).
Quanto sopra sia per le strutture ospedaliere sia per i servizi territoriali e domiciliari, magari anche con un'attenzione all'implementazione dei servizi inerenti le cure primarie, con forti investimenti nella figura infermieristica.
Certamente serve una volontà politica e il coraggio di cominciare; valori che sicuramente non mancano al Governatore e al Consiglio Regionale abruzzese.
La nostra regione è rimasta ferma per troppo tempo e non possiamo permetterci di perdere ulteriore terreno.
I Collegi IPASVI della regione sono totalmente disponibili a collaborare allo sviluppo del sistema sanitario abruzzese, a tutela e a garanzia della popolazione e degli operatori.
Dott. Giancarlo Cicolini, Presidente IPASVI Chieti
Dott.ssa Santina Calisse, Presidente IPASVI L'Aquila
Dott. Cristian Pediconi, Presidente IPASVI Teramo