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Fascismo e Libertà dice la sua

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La Sig.ra Labrozzi, dopo il suo recente articolo sull’apologia del Fascismo e dopo le polemiche che ne sono seguite, ha sostenuto di non avere offeso nessuno, si è sentita ella stessa offesa, ed ha infine dichiarato di essere a disposizione per pubblicare una nostra nota chiarificatrice.
Bene, raccolgo la sfida e spero veramente che quanto segue sia pubblicato, possibilmente integralmente.
Prima di tutto, però, mi permetto di rispondere velocemente a quanti, dimostrando tutta la loro pochezza, sono intervenuti per lanciare invettive tipo “vergogna” (e di cosa ci dovremmo vergognare? Di avere una cultura storica e politica? Di non farci abbindolare dalle storielle scritte dai vincitori? Di fare politica legalmente, alla luce del sole e senza contravvenire ad alcuna Legge? Di non pesare sulle tasche degli italiani, dato che non abbiamo mai incassato un solo centesimo di sovvenzioni, contributi e quant’altro?), o garbati sfottò con i quali ci chiedevano perché siamo il Partito Socialista Nazionale e non il Partito Nazionalsocialista, o ancora qualunquistiche affermazioni secondo le quali nel 2013 non si dovrebbe più parlare di certe cose…
Al commento del Sig. Cotellessa posso solo rispondere che Socialista Nazionale e Nazionalsocialista sono esattamente la stessa cosa, dato che il Fascismo non fu altro che una forma di Socialismo Nazionalista, nato dal genio di Mussolini, che fece proprie le giuste istanze a favore dei meno abbienti tipiche del socialismo, slegandole dal barbaro materialismo internazionalista di marxiana memoria. Se poi qualcuno vuole fingere di non accorgersene e continuare a sproloquiare circa un mai esistito Fascismo di estrema destra, il problema è suo, non certo nostro.
Al commento del sig. “Eccallà Sanghiuvate” posso solo replicare invitandolo a parlare di ciò che vuole, però senza lamentarsi della crisi, della corruzione, dell’euro, del governo dei banchieri e di tutte le altre cose che ci hanno imposto dal 1945, dopo avere raso al suolo l’Italia intera per “liberarla” da un Regime che aveva dato le pensioni, lo Stato sociale, il diritto di proprietà alla casa, il sabato festivo e mille altre Leggi Sociali.
Venendo ora alla Sig.ra Labrozzi, ella sostiene di non avere voluto offendere nessuno, che il suo articolo derivava da una discussione su Facebook (e quindi?) e che la legalità del nostro movimento è cosa nota e riconosciuta…
Così dicendo mi pare che la sig.ra Labrozzi peggiori le cose, perché se può essere scusabile (fino ad un certo punto) il cittadino comune che nulla sa di Leggi, Sentenze e questioni politiche, nessuna scusa può valere per chi, pur essendo un addetto ai lavori che conosce molto bene i retroscena, crea dal nulla un attacco virulento e frontale ad un movimento politico che, nel pieno rispetto delle leggi e senza arrecare danno ad alcuno, cerca di veicolare le sue idee con affissioni regolarmente autorizzate dal Comune.
Io di Facebook non ne so nulla e nulla ne voglio sapere, ma mi piacerebbe comprendere per quale motivo dovremmo accettare articoli che ci accusano, senza mezzi termini, di “perseguire finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista (…)”, nonché di meritarci per il nostro pensiero “un arresto dai 18 mesi a 4 anni”.
Per non parlare del “pistolotto” finale che tuona contro le autorità che ancora ci permettono di esercitare i nostri diritti politici (“La legge prevede sanzioni detentive per i colpevoli del reato di apologia, più severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se è commesso con il mezzo della stampa. La pena detentiva è accompagnata dalla pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici (…) Ma chi dovrebbe tutelare una così importante legge? Chi permette certe affissioni? Chi dovrebbe farli immediatamente rimuovere?”).
Dunque, cara sig.ra Labrozzi, credo che ci siano molte più offese gratuite (perché Lei sa bene che non ce le meritiamo) nell’indicarci al pubblico ludibrio come razzisti, violenti, antidemocratici e meritevoli del carcere, piuttosto che nel consigliare a Lei qualche buona lettura sull’argomento.
Detto questo, giusto per tornare ai dati di fatto e chiudere con le opinioni personali, ribadisco l’invito a tutti quelli che desiderano parlare a ragion veduta di questioni legali, di visionare sul nostro sito l’archivio di Sentenze e Decreti di Archiviazione che abbiamo collezionato dal 1991 ad oggi: http://www.fascismoeliberta.info/phpf/viewpage.php?page_id=6
Sullo stesso sito ufficiale, chiunque potrà poi visionare il nostro Statuto ed il programma politico, comprendendo così per quale motivo le vigenti Leggi ci consentono di esistere.
In ultimo, tornando alle vigenti Leggi, già poco più di quattro anni dopo l’entrata in vigore della Legge Scelba, la Corte Costituzionale, in seguito ad alcuni ricorsi, si dovette pronunciare sulla legittimità costituzione della suddetta legge, in apparente contrasto con l’articolo 21 primo comma della Costituzione (“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”).
Da qui la sentenza numero 1 del 26 gennaio 1957 della Corte Costituzionale, il cui passo più importante recita quanto segue:

“Come risulta dal contesto stesso della legge 1952 (le cui norme, ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 10, cesseranno di avere vigore appena saranno state rivedute le disposizioni relative alla stessa materia del Codice penale), l’apologia del fascismo, per assumere carattere di reato, deve consistere non in una difesa elogiativa, ma in una esaltazione tale da potere condurre alla riorganizzazione del partito fascista. Ciò significa che deve essere considerata non già in sé e per sé, ma in rapporto a quella riorganizzazione, che è vietata dalla XII disposizione”.

Ecco che già nel 1957 risultava chiaro che il problema non era l’elogio al Fascismo, ma la ricostituzione del disciolto PNF. A rafforzare il concetto espresso dalla Corte Costituzionale, vi è una sentenza della Cassazione penale risalente al 6 giugno 1977:

“La Costituzione della Repubblica, mentre vieta in modo assoluto la riorganizzazione del disciolto partito fascista, non pone invece alcun limite alla libertà di manifestare il proprio pensiero, neppure quando la manifestazione abbia per oggetto persone, fatti e disegni politici del fascismo. Pertanto, per costituire reato, l’apologia del fascismo deve consistere in una esaltazione tale da poter portare alla riorganizzazione del partito fascista”.

A chiarire ulteriormente che la semplice esaltazione del fascismo in sé non è reato, e che non lo è neppure la costituzione ex novo di movimenti di ispirazione Fascista (al di là della nostra esperienza giudiziaria visibile al link sopra indicato), è la recente vicenda giudiziaria di Alberto Castagna, iniziata nel 2007 e conclusasi nel 2010 con l’archiviazione.
Alberto Castagna, che per anni era stato dirigente regionale del MFL Molise,  aveva lasciato il nostro movimento fondando il “Partito Fascista Repubblicano”, e per questo era stato denunciato dalle solite vestali dell’antifascismo nostrano per “apologia del fascismo”.
Ritenendo che Castagna non abbia voluto perseguire finalità antidemocratiche, né esaltato l’uso della violenza quale metodo di lotta politica, né propugnato la soppressione delle libertà garantite, né denigrato la democrazia o svolto propaganda razzista, il pubblico ministero Alfredo Mattei ha chiesto l’archiviazione, accolta dal GIP, Laura Scarlatelli con queste motivazioni:

“Alberto Castagna, fondando il cosiddetto ‘Partito fascista repubblicano’, ha ripudiato tutte le forme di violenza, per cui l’associazione neofascista non adotta i principi ideologici del disciolto partito fascista e il metodo di lotta ad esso adottato. Anche l’eventuale apologia non avrebbe rilevanza penale”

Questo perché la Cassazione stessa stabilisce anche che non è vietata la costituzione e l’attività di movimenti che facciano propri soltanto alcuni punti programmatici del disciolto partito fascista, senza abbracciarne l’intera ideologia.

Spero di avere fugato ogni dubbio sorto nei “democratici” e “liberali” cittadini di Lanciano, nonché nei tanti perdigiorno che sprecano ore della loro vita in insulse e prive di costrutto discussioni su Facebook.
In ultimo, mi sorge un dubbio: qualcuno dei tanti benpensanti che si scatenano ad ogni nostra legittima apparizione, ha mai protestato per l’esistenza di decine di partiti e movimenti dichiaratamente comunisti, alcuni dei quali ancora legati a criminali storici quali Lenin, Stalin e Mao?
Qualcuno ha mai chiesto la chiusura del Partito Marxista Leninista Italiano, che nella home page del suo sito presenta gli individui di cui sopra come “maestri”, e che per anni ha esposto sulle sue pagine manifesti che chiedevano “Una nuova piazzale Loreto per il neoDuce Berlusconi”?
Qualcuno si è mai indignato vedendo in giro farneticanti manifesti stampati abusivamente ed affissi altrettanto abusivamente, dai vari centri sociali, no global, no TAV e chissà cos’altro?
Qualcuno ha mai chiesto l’arresto immediato, magari dai 18 mesi ai 4 anni, per i protagonisti dei vari assalti che i “signori” di cui sopra compiono contro proprietà pubbliche e private, istituzioni e forze dell’ordine?
Se vivessimo veramente in uno Stato democratico di Diritto, avremmo in giro meno ipocriti e si giudicherebbero persone e movimenti politici in base alle loro azioni, non in base al loro nome, ai loro simboli, o ai loro eventuali pensieri… E magari avremmo in galera i veri violenti che devastano le nostre città armati e mascherati, al posto di quelli che hanno il solo torto di pensare con la loro testa.

Dott. Carlo Gariglio – Segr. Naz. MFL-PSN
www.fascismoeliberta.it
www.lavvocatodeldiavolo.biz

 

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