LANCIANO - Sabato 11 febbraio, CasaPound Italia sfilerà per le vie del centro cittadino di Lanciano in un corteo silenzioso per commemorare gli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia, vittime alla fine della Seconda Guerra Mondiale di un genocidio perpetrato dalle milizie jugoslave, con migliaia di italiani scaraventati nelle foibe carsiche ed altre centinaia di migliaia costretti ad abbandonare la propria terra con violenze, minacce e vessazioni di ogni tipo.
"Con questo corteo, che partirà alle ore 18 da piazza Plebiscito, attraverserà via Trento e Trieste per concludersi presso il monumento ai martiri delle Foibe, rievocando anche nella toponomastica le tappe della nostra storia nazionale, tra vittoria e tragedia, vogliamo tener vivo il ricordo di chi pagó con la vita o l'esilio la sola colpa di essere italiano" così Marco Pasquini, responsabile lancianese di CasaPound Italia, in una nota.
"Il 2017, anno di grande importanza per la memoria storica dell'esodo Giuliano-dalmata, in quanto segna il settantesimo anniversario del trattato di Parigi del 10 febbraio 1947 con cui gli alleati concessero alla Jugoslavia le terre dell'Istria e della Dalmazia, da sempre italiane e riunite alla madrepatria a prezzo di seicentomila morti con la vittoria nella Grande Guerra, vede le commemorazioni per il Giorno del Ricordo a 13 anni dalla sua istituzione troppo spesso ridotte a celebrazioni ufficiali di circostanza svolti in modo svogliato e frettoloso da figure istituzionali scarsamente partecipi , o ancora offese da manifestazioni e convegni di orientamento negazionista da parte di chi sputa per odio ideologico sulla sofferenza patita dai propri connazionali.
CasaPound Italia ha fatto suo l'impegno di organizzare ogni anno in occasione del 10 febbraio manifestazioni ed eventi su tutto il territorio nazionale, affinché il ricordo di una parte di Italia perduta per una decisione delle potenze vincitrici del secondo conflitto mondiale e dei loro abitanti morti od esuli vittime dell'odio etnico anti italiano non venga perso nè sminuito".