Positivi i dati raccolti nell’indagine di Cna Balneatori tra i titolari degli stabilimenti aderenti all’associazione nella nostra regione.
Sembra infatti che molti più stranieri, soprattutto inglesi, russi e americani, abbiano scelto di trascorrere le vacanze sotto l’ombrellone in Abruzzo, si è registrata una crescita con il +4,4% rispetto allo scorso anno, percentuale che sicuramente rende soddisfatti i titolari degli stabilimenti balneari.
Dati rilevati su tutta la costa abruzzese, ma in linea con la crescita rilevata anche in altre regioni italiane, e che ci fanno sentire anche un po’ orgogliosi del nostro bel Paese, considerando che molti, sempre secondo quanto riportato dall’indagine, scelgono il nostro mare soprattutto per l’offerta balneare, le risorse naturali e la valorizzazione dei prodotti della tradizione locale.
Alcuni di ritorno nel paese nativo, altri che scelgono la propria meta dopo una ricerca sul web valutando servizi e percorsi, tutti elementi che parlano di un turismo in crescita, anche se in alcuni casi non accompagnato da quella in termini di spesa.
Ma pur essendo soddisfatti per i dati del turismo, dall’altra parte facciamo i conti con la qualità delle acque nel nostro mare.
In questa stagione infatti, mentre si parla di valorizzazione e di incentivo, a preoccupare è ancora la presenza di inquinanti, imputabile soprattutto alla mancanza di depurazione, tutti elementi che di certo non giovano al turismo della nostra regione ma neanche alle bellezze naturali.
Alcuni tratti restano con il divieto di balneazione ma, a riportare l'attenzione sul problema è proprio la Goletta Verde di Legambiente che, pochi giorni fa, ha pubblicato i risultati delle analisi condotte nel mare abruzzese “su nove punti monitorati da Goletta Verde ben sette presentavano cariche batteriche elevate. Nel mirino ci sono sempre fossi e foci di fiumi che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati”.
Aumentano gli stranieri anche sulla costa frentana, come confermato anche da alcuni titolari dei Trabocchi e in alcuni tratti si sono registrati buoni risultati, ma a preoccupare restano le acque in prossimità delle foci dei fiumi.
“Tre i campionamenti eseguiti in provincia di Chieti, tutti con cariche inquinanti oltre i limiti di legge. - quanto riportato da Goletta Verde - Sono stati giudicati fortemente inquinati i campioni prelevati alla foce del fosso San Giovanni in località La Penna a Fossacesia e alla foce del fiume Moro in località Acquabella-San Donato nel comune di Ortona. Inquinato il giudizio per il campione prelevato alla spiaggia in corrispondenza del fosso del Diavolo in località Dragoni a Torino di Sangro”.Tante le azioni necessarie, come sottolineato da Legambiente, sarebbe urgente un intervento della Regione e dei Comuni per vigilare sugli investimenti fatti per gli impianti di depurazione, anche alla luce degli scandali del passato, ma anche sui reati ai danni del mare, quest'anno 611 e raddoppiati rispetto al 2015.