LANCIANO - Ricatti, atti ritorsivi e livelli di lavoro disumani, è quanto denunciano i rappresentanti sindacali di SLAI COBAS e USB nello stabilimento Sevel di Atessa.

Venerdì 12 febbraio, tredici lavoratori, tra cui dirigenti sindacali, iscritti all’USB o semplicemente chi aveva deciso di aderire agli ultimi scioperi, si sono visti cambiare il turno, in alcuni casi anche dopo vent’anni di lavoro, senza una spiegazione, dalla settimana successiva creando loro notevoli difficoltà anche nell'organizzazione della vita familiare.

“L’azienda mira ad una frantumazione e divisione tra i lavoratori - commenta Giordano Spoltore, COBAS - per evitare gli incontri nelle aree relax e non permettere ai sindacati di fare aggregazione”. E’ questa la spiegazione che si danno i sindacati in merito alla decurtazione di 10 minuti della pausa e la creazione di tre mini pause da 10 minuti che hanno sostituito quella da 40 minuti.

“Sempre più di frequente si verificano negazioni di permessi, ferie, congedi parentali - spiega Romeo Pasquarelli, USB - ed avvengono in modo mirato, nei confronti di quei lavoratori che non accettano passivamente le condizioni di lavoro che sfiorano il disumano”. Per questo motivo i sindacati hanno preparato una documentazione che attesti le gravi attività antisindacali e le violazioni delle statuto dei lavoratori per accertare le reali responsabilità dell’azienda.

“Paolo, Romeo, Gianfranco, Davide, Demetrio, Nicola, Gianfranco J., Gianfranco D., Nunzio e Nicola non sono numeri, - si legge in una nota congiunta di SLAI COBAS e USB - non sono estremisti come vengono etichettati, non sono ribelli, sono lavoratori che non si sono piegati ad un sistema incivile e ricattatorio”.

Per il cambio turno, per i soprusi, le minacce e gli atti intimidatori, i sindacati dichiarano 2 ore di sciopero venerdì 19 febbraio, nei tre turni previsti.