LANCIANO - Con 11 sì, 9 no e un astenuto, ieri pomeriggio, il consiglio comunale ha approvato l’ampliamento dell’istituto De Titta.
Non sono servite, quindi, le proteste delle associazioni di Lanciano che negli ultimi giorni hanno tenuto banco in città e che miravano ad evitare la costruzione della nuova struttura e l’abbattimento della scuola all’aperto.
Approvata quindi la variante al piano regolatore necessaria per procedere con tutto l’iter necessario per arrivare al bando per l’appalto e l’inizio dei lavori.
Molte le polemiche, anche durante il consiglio comunale, a cui hanno assistito con interesse anche i rappresentanti delle associazioni promotrici del ‘no’.
Dopo la presentazione del progetto e la ricostruzione delle varie tappe che, dal 2009, hanno portato all’accordo di programma tra comune di Lanciano e provincia di Chieti, fatto dall’assessore all’urbanistica Pasquale Sasso, sono seguiti i vari interventi e domande ai tecnici della provincia presenti in aula.
La prima ad esprimere perplessità è stata Tonia Paolucci. “Vorrei che venisse prima adeguata la struttura esistente e poi, eventualmente pensare al resto - ha affermato l’esponente di Con Bozza Sindaco - e soprattutto, penserei ad una soluzione alternativa che non congestioni ancora di più il centro città”.
I dubbi espressi dalla minoranza si sono, soprattutto, soffermati sulla reale necessità dell’ampliamento e sulla possibilità di utilizzare i fondi post terremoto per un altro progetto. “Qual è la flessibilità del finanziamento? - ha chiesto il consigliere Manlio D’Ortona - è possibile utilizzarli per un progetto più valido?”. “Sì, è possibile - ha risposto l’ingegnere della provincia di Chieti che si è occupato del progetto - ma non posso averne la certezza, e comunque l’iter sarebbe molto lungo”.
“Quello che avremmo - ha proseguito l’esponente di Forza Italia - è un edificio scolastico che diventerebbe un’anatra zoppa perché nella parte nuova rispondente alle norme, ma in quella vecchia non verrebbero apportate modifiche in tal senso. Quello che dobbiamo chiederci ora - ha concluso D’Ortona - è se voler approfittare a tutti i costi di questi fondi o evitare il depauperamento di un pezzo di storia della nostra città”.
Altre perplessità sono arrivate riguardo il parere della soprintendenza ai beni archeologici. Il nulla osta prevede infatti che vengano fatti sondaggi, e che siano presenti funzionari e tecnici, per verificare l’eventuale ritrovamento di beni di valenza archeologica.
Ma la maggioranza ha voluto rispondere positivamente all’invito dell’assessore Sasso di compiere “un atto di responsabilità” e di non perdere questa occasione perché “tutte le garanzie necessarie non mancano”.
Così il consiglio comunale, non ascoltando le proteste delle associazioni della città, ha di fatto compiuto un grande passo verso la realizzazione della nuova ala dell’istituto De Titta.
Ma sono davvero finiti malcontento e dissenso in città? Staremo a vedere.