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Vincenzo Giancristofaro si schiera contro l'ampliamento del De Titta

L'architetto chiede all'amministrazione un dibattito pubblico per cercare soluzioni alternative

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LANCIANO - "La mia non vuole essere una scarna presa di posizione ma un ragionamento ed un'apertura ad un colloquio con la città che forse potrebbe definire soluzioni alternative". Così, Vincenzo Giancristofaro, architetto e presidente Pro Loco, prende posizione nei confronti della realizzazione dell'ampliamento del De Titta annunciato qualche settimana fa dalla provincia di Chieti.

"Il mio non vuole essere un attacco al sindaco - ha proseguito poi Giancristofaro - e spero che questa dichiarazione non venga strumentalizzata, ma non può passare il criterio che perché ci finanziano questa costruzione, dobbiamo sentirci obbligati a farla. E' necessario ragionare e prendere in considerazione tutte le problematiche. Abbiamo un centro storico che piano piano, con molte difficoltà, sta recuperando il suo splendore, e non credo - ha detto ancora Giancristofaro - che un ecomostro possa essere la soluzione. Chiedo pertanto all’amministrazione comunale una discussione più ampia, un dibattito aperto, non solo tra consiglieri, per ampliare il bagaglio e capire le sfumature di un intervento di questo tipo".

L’amministrazione provinciale di Chieti, in accordo con quella comunale di Lanciano, anche a seguito della mancanza di aule che ha caratterizzato l'inizio di questo anno scolastico con lo spostamento di due classi al Fermi, ha previsto l’ampliamento dell’istituto De Titta, da realizzarsi con i fondi post sisma di L’Aquila per i comuni fuori cratere. L’iter in realtà era cominciato già dal 1997 e si concluderà con un passaggio in consiglio comunale entro 30 giorni dalla firma dell’accordo.
"La presentazione della relazione datata 2012 minimizza gli effetti e non tiene conto di diverse problematiche afferma Giancristofaro - il parere della sovrintendenza di diversi anni fa andrebbe rivisto e rivalutato per definire con certezza l’impatto nei confronti di un monumento storico e tutelato".

L'architetto lancianese si dice indignato di fronte a questa scelta perché "non si costruisce da decenni in pieno centro storico, su un'area libera  e oggi in molti condannano quelle scelte fatte in passato. Per di più si vuol costruire sul terreno di un parco pubblico dove siamo abituati a vedere giocare i bambini da secoli. Il fabbricato che si vuol realizzare non rispetta neanche le regole degli allineamenti con l’antico - sottolinea Giancristofaro spiegando i motivi del suo scetticismo - infatti si estende sulle mura Aragonesi, con un accavallamento che farà sì che parte delle fondazioni profonde su pali trivellati capiteranno dentro le mura e parte fuori. Si ricorda che quelle mura, parzialmente sepolte, non sono altro che le gemelle delle Torri Montanare"
"Questa scelta progettuale - dice Vincenzo Giancristofaro - demolisce ogni possibilità futura di riportare a nudo le mura antiche, ed il fossato come invece ci si auspicava da sempre, con l’idea di promuovere il territorio e le bellezze cittadine". E senza mezzi termini, definisce il fabbricato che dovrebbe essere lì costruito, come un "ecomostro".

E secondo uno studio fatto dallo stesso Giancristofaro, il nuovo edificio sarebbe più grande del doppio rispetto a quello esistente ora.
"Nella presentazione del progetto - ha affermato l'architetto - si è detto che l’edifico non sarà mpattante perché in contropartita verrà abbattuto il brutto e dequalificante palazzo che ospita la scuola all’aperto e che quello da realizzare è più piccolo di quello da demolire. Da un’analisi fatta, invece, quest'affermazione risulterebbe falsa perché dalla relazione stessa troviamo che il fabbricato da realizzarsi è grande 5.454,50 metri cubi, mentre quello da abbattere è esteso per circa 3 mila metri cubi".

"Mi chiedo inoltre come mai si scelga di utilizzare tutta la somma finanziata per realizzare un'ala nuova e non si utilizzino le risorse per migliorare e adeguare sismicamente la scuola esistente? Perché non si sceglie di rendere antisismica la scuola esistente, che ospita il gran numero di studenti e personale docente? - si domanda Giancristofaro - Eppure il progetto si intitola: “Adeguamento alle norme”. Ma quali sono queste norme? Si andrà a rispettare solo alcune di queste? Quelle sull’antisismica verranno rispettate per quella parte di edificio esistente? Quale sarà il livello di rischio sismico del fabbricato esistente prima e dopo l’intervento?".

"L’istituto De Titta è privo degli standard di cui necessita una qualunque scuola moderna: parcheggi, strade d’accesso, fermate di bus, eccetera - prosegue ancora Giancristofaro - Una scuola odierna deve essere dotata di strade di accesso comode, collegamenti pubblici, parcheggi e spazi ampi e per questo ci si chiede che senso abbia espandere una scuola priva dei più elementari requisiti urbanistici. È chiaro a tutti che le scuole debbano essere delocalizzate e questa scelta di ampliare la scuola esistente pare negare l’evidenza".
"Andrebbe realizzato un polo scolastico dove insediare tutte le scuole lancianesi, come d’altronde si è fatto delocalizzando il De Giorgio, realizzando un plesso moderno, antisismico e rispondente ai requisiti necessari. La risposta che il finanziamento è da spendere lì e non altrove, non è una motivazione, e per questo mi trovo a chiedere di utilizzare quella somma per rendere antisismico il fabbricato già esistente - dichiara il presidente della Pro Loco - cioè veramente sicuro, ed adeguato alle normative odierne, visto che l’analisi sismica risale a diversi anni fa. Chiaramente ben venga la demolizione della scuola fatiscente e la restituzione di una superficie da destinare a verde".

Vincenzo Giancristofaro chiede quindi all'amministrazione di aprire un dibattito per tecnici e cittadini lancianesi per capire se questa sia davvero l'unica soluzione possibile.

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