LANCIANO - "Vorrei porre alcune questioni al presidente della Sasi ed ai sindaci Pd che dovrebbero vigilare sul suo operato". E' così che l'onorevole Fabrizio Di Stefano, questa mattina, ha esordito nel suo incontro con la stampa volto ad inviare una serie di domande, non senza vena polemica, al presidente SASI Domenico Scutti.
"E' vero che le assunzioni del personale interinale - ha chiesto il deputato di Forza Italia - sono state circa 55, con un costo di circa 300 mila euro annue?"
"E' vero che ci sono consiglieri comunali tra gli assunti a tempo determinato - ha proseguito Di Stefano - e che gli stessi avrebbero poi partecipato alle votazione dei bilanci della SASI in qualità di rappresentanti dei Comuni di cui sono amministratori?".
L'ex senatore si è inoltre chiesto se il debito di 40 milioni di euro imputato alla SASI dal Commissario Straordinario ATO sia reale. E se nella nomina dei componenti del CdA, il presidente Scutti abbia eluso la legge non inserendo un membro della lista di minoranza né rispettando la cosiddetta quota rosa, e non tenendo conto del Decreto Legislativo dell'aprile 2014 attraverso cui è stato abrogato il vincolo della nomina di un dipendere comunale, rendendo così di fatto ammissibile la nomina di Patrizio D'Ercole.
"E' vero - ha continuato il deputato del partito di Silvio Berlusconi - che la società Jericho Srl ha ricevuto degli incarichi dalla SASI e che questa società abbia dei rapporti con il presidente Scutti?".
Domande che nasconderebbero gravi accuse circa la gestione di un bene pubblico prezioso come l'acqua. "Queste domande vorrei sottoporle soprattutto ai sindaci di Lanciano, Vasto e Ortona, comuni appartenenti alla SASI e sicuramente tra i più grandi ed importanti - ha infine concluso Di Stefano - proprio da loro vorrei risposte alle mie domande, le stesse che dovrebbero poi dare ai cittadini che sono i veri proprietari del bene acqua".