Dopo le indiscrezioni che si sentivano già da tempo, arriva la conferma dal management Honda presso il tavolo delle trattative con i sindacati: la Honda Italia ha intentato una causa nei confronti di Silvio Di Lorenzo. E proprio in tal sede i vertici aziendali hanno spiegato che:«L'azione nei suoi confronti, e nei confronti di altri soggetti, è per il periodo in cui era amministratore in Honda ed è per forniture da lui commissionate, che si ritengono essere state per Honda fonte di consistenti danni». Altro non si è voluto aggiungere, come confermano anche la Uilm Chieti-Pescara, tramite Nicola Manzi, segretario del sindacato, e la Fiom Cgil:«la Honda non ha fornito ulteriori dettagli sulla natura delle azioni legali e sull'ammontare dei danni che risulterebbero essere stati provocati alla multinazionale».
Di Lorenzo ha lavorato presso la Honda per ben trent’anni dal 1982 al 2012, ricoprendo diversi incarichi in un crescendo di responsabilità fino ad arrivare alla carica di vice presidente esecutivo dell'unico stabilimento europeo della casa motoristica nipponica, dal 2000 al dicembre 2012, quando ha lasciato l'azienda per andare in pensione. In quel frangente scrisse una lettera aperta che venne affissa sulla bacheca dell’ingresso dello stabilimento, dove si possono leggere le significative parole: «Negli ultimi 30 anni la Honda Italia è stata la mia casa e il mio impegno più grande. La fiducia di cui ho goduto da parte di tutti voi ho cercato di ripagarla ogni giorno con il massimo impegno e la massima dedizione possibile, con la consapevolezza di avere con me la forza e il sostegno di centinaia di persone. Seppure con inevitabili alti e bassi questo mi consente di dire che il bilancio del mio percorso professionale vissuto in questi 30 anni è assolutamente positivo». Eppure, già allora circolavano voci circa una brusca rottura tra Honda Italia e Di Lorenzo.
Inoltre «A fine riunione» ha dichiarato il segretario Manzi «con nostro rammarico, la Honda ha anche annunciato l’uscita da Confindustria, perché non si riconosce nelle recenti politiche dell’Associazione. Alla proprietà della Honda Italia chiediamo di continuare a dare fiducia a tutti i dipendenti dello stabilimento di Atessa e del territorio, e ci auguriamo che abbia adottato azioni concrete anche a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie, che non possono pagare per eventuali comportamenti anomali del singolo».