Mancano poche ore, e anche quest’anno ci ritroveremo tutti, in religioso silenzio, ad aspettare l’incedere lento dei Confratelli incappucciati che accompagnano in processione il Cireneo scalzo.
I Confratelli avranno preparato la via al corteo, acceso le fiaccole, controllato che l’asfalto non presenti insidie e pregato insieme prima dell’apertura del Santo Sepolcro… saranno quasi le 22 e saremo tutti pronti ad ascoltare le struggenti note dell’Elegia di Ravazzoni e del Christus di Masciangelo che come ogni anno incanteranno l’intera città e si intrecceranno magicamente con il cammino dei Confratelli.
La Processione notturna del Giovedì Santo, quella che tutti chiamiamo ‘degli Incappucciati’ è tornata a far parte dei riti della Settimana Santa lancianese solo di recente, più o meno tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 quando si decise di affiancare alla banda nel tradizionale giro cittadino, i Confratelli illuminando il centro storico solo con le loro torce. E non c’era un disegno scenografico alle spalle, ma bensì la Processione del Giovedì Santo s’identifica con la tradizionale visita dei Sepolcri ed il ricordo del cammino di Cristo verso il Sinedrio.
E il tutto rivive soprattutto nella solenne e misteriosa figura del Cireneo scalzo che porta sofferente la pesante Croce di Cristo sulle proprie spalle.
Siamo nella sera dell’ultima cena, la sera del tradimento. Ed è per questo che i Confratelli procedono incappucciati, per vivere nell’intimo l’atto di penitenza dato dalla colpa più grande.
Il sottrarsi ad un inutile atto di riconoscimento pubblico è, tra l’altro, radicato nell’Arciconfraternita fin dalla sua fondazione, quando i Confratelli che si preoccupavano di dare degna sepoltura ai cadaveri durante la peste o per compiere opere di misericordia erano soliti coprirsi il volto.
Ma l’atmosfera mistica e familiare tipica della sera del Giovedì Santo, per i veri lancianesi, non ha bisogno di alcun excursus storico. È una tradizione che, negli anni, è piano piano entrata dentro di noi. Abbiamo imparato a riconoscere la differenza tra ‘processione’ e ‘sfilata’, tra ‘ruolo’ o ‘interprete’ e ‘spiritualità ’.
Sono le serate come quella di oggi che ci aiutano a comprendere ed a riflettere sull’immenso mistero che si sta svolgendo, e sulla grande fortuna che abbiamo di riviverlo grazie all’Arciconfraternita Morte e Orazione.

