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AIRC entra nelle scuole

Una proposta di incontro con la Ricerca. Giovedì 8 novembre appuntamento al Mario Negri Sud.

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Lanciano - A partire dallo scorso anno, AIRC - Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, ha scelto di inaugurare una stagione di incontri nelle scuole per offrire agli studenti la possibilità di conoscere le frontiere della ricerca sul cancro attraverso l’esperienza diretta dei suoi ricercatori.

 

Lo scopo è di avvicinare i ragazzi alla scienza appassionandoli su un tema, la sconfitta sul cancro, che è priorità per l’intera collettività. Il progetto “AIRC entra nelle scuole” quest’anno avrà inizio in occasione della giornata per la Ricerca sul cancro, prevista per l’8 e 9 novembre: circa 60 scuole medie superiori in tutta Italia avranno l’opportunità di ospitare gli incontri con la ricerca.

 

I migliori scienziati italiani racconteranno il proprio lavoro in laboratorio, le scoperte, i traguardi raggiunti in campo oncologico e i volontari AIRC condivideranno con i ragazzi le loro storie di impegno civile. In Abruzzo l’iniziativa AIRC nelle Scuole si svolgerà a L’Aquila con l’adesione del Liceo Classico “Cotugno” e a Santa Maria Imbaro (Chieti), nel centro di ricerche Mario Negri Sud, che ospiterà circa 300 studenti del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Lanciano.

 

L’appuntamento al Mario Negri Sud è per giovedì 8 novembre 2012 alle ore 9:30 nell’Auditorium del centro. Studenti e insegnanti incontreranno i ricercatori del laboratorio del Metabolismo Lipidico e Tumorale, diretto dal dr. Antonio Moschetta e del laboratorio di Espressione Genica e Trasduzione del Segnale diretto dal dr. Cristiano Simone. Entrambi i gruppi sono impegnati da diversi anni su importanti progetti di ricerca finanziati da AIRC, riguardanti lo studio, la cura e la prevenzione dei tumori del colon.

 

“L’incontro che si svolgerà al Mario Negri Sud – dichiara Antonio Moschetta – ha l’obiettivo di favorire il dialogo tra ricercatori e giovani studenti. E’ estremamente importante essere vicini ai giovani, perché rappresentano il futuro e anche perché la ricerca ha estremamente bisogno della loro fantasia, creatività e passione. La speranza è che in questo territorio così come in altre zone d’Italia possano crescere e affermarsi sempre più dei giovani ricercatori, che abbiano il coraggio di mettere la propria creatività e le proprie capacità al servizio della ricerca scientifica che in questo momento rappresenta l’obiettivo in un paese che sempre più vuole combattere una malattia così difficile e diffusa”.

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