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Presidio dei sindacati infermieri e OSS: richiesta di rinnovo contratti e nuove assunzioni

Sindacati e lavoratori manifestano davanti alla Palazzina Sebi della Asl2 a Chieti per esporre le ragioni della protesta e l'urgenza di rinnovare i contratti e assumere nuovi operatori sociosanitari

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Continua la protesta delle sigle sindacali di infermieri e Oss dopo le dichiarazioni dell’Assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, e del direttore generale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, Thomas Schael, che hanno confermato il numero di OSS presente nel piano di Fabbisogno.

È stato proclamato per la giornata di martedì 18 luglio 2023, dalle ore 09:30 alle ore 12:00,  un presidio di sindacati e lavoratori davanti alla Palazzina Sebi della Asl2 a Chieti per ribadire le ragioni della protesta e la necessità di rinnovare i contratti in scadenza e assumere nuovi operatori sociosanitari. 

L’Assessore Verì e il direttore Schael avevano smentito le voci su una carenza di OSS nella Asl, confermando la congruità del fabbisogno per l’anno 2023 e il relativo tetto di spesa. Al contempo si era ribadito, che oltre alla stabilizzazione di 149 OSS, si procederà allo scorrimento della graduatoria del concorso non appena concluso il percorso giudiziale pendente presso il Tar de L’Aquila.

A queste assunzioni farà da contraltare il mancato rinnovo di circa 150 dipendenti, che attualmente lavorano nelle strutture della Asl, al termine del perfezionamento delle nuove assunzioni da scorrimento della graduatoria.

Nella valutazione del Direttore Generale, si sono trascurati diversi fattori secondo i sindacati. Non si è tenuto conto, affermano FP Cgil, NurSind, Nursing Up e Unione sindacale di base, del fatto che gli OSS hanno sostituito l'Ausiliariato e gli infermieri generici, ma i numeri attuali non sono sufficienti per coprire il fabbisogno effettivo. Inoltre, non si è considerato che diverse prescrizioni richiedono agli operatori di essere ricollocati in attività diverse, anche di segreteria. 

Non si è assolutamente tenuto conto delle inidoneità a causa di gravi problemi di salute, che non sono stati rimpiazzati dopo le patologie post-COVID, né del numero di pensionamenti. Inoltre, non si è considerato che nelle aree materno-infantili gli OSS sono impiegati stabilmente in sala parto e in alcuni reparti si è ridotto il numero di infermieri per gestire meglio le attività igienico-alberghiere. 

Allo stesso modo, dicono i rappresentanti degli operatori sociosanitari, non si è tenuto conto del carico di lavoro effettivo, né della presenza estremamente limitata degli OSS nei turni notturni nei servizi 24 ore. In molte Unità Operative, è necessario condividere un OSS assegnato a una specifica UO. Infine, non si è considerato che l'accompagnamento dei pazienti nei codici minori e maggiori dal Pronto Soccorso richiede un numero adeguato di OSS.

Questa situazione, secondo le organizzazioni sindacali, verrebbe confermato dalla necessità di attribuire turni aggiuntivi, doppi turni ed ore di straordinario. A questo si aggiungerebbe l’esigenza di considerare nel fabbisogno unità OSS impiegate nei nuovi reparti e servizi nati implementati durante e dopo il periodo emergenziale.

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