Lanciano - Una giornata particolare quella di ieri: Lanciano si è praticamente “fermata” per l’arrivo del presidente della Camera Gianfranco Fini.
La terza carica dello Stato ha infatti passato l’intera giornata nella nostra città seguendo il fil rouge del ricordo e della commemorazione dei martiri della libertà e della legalità. Un filo che si è proposto di collegare, senza troppa fatica concettuale, i martiri della rivolta del 6 ottobre 1943, ai martiri, come Falcone e Borsellino, che sono morti a difesa della legalità e dello Stato.
In mattinata, presso la sala Gennaro Paone della BLS, si è tenuto un interessante convegno, a cui hanno partecipato tutte le scuole ed una folta schiera di pubblico, per ascoltare pensieri e testimonianze di chi, come la sorella di Giovanni Falcone o Don Tonino Palmese, ha molto da dire su legalità e valori.
La giornata è proseguita con il doveroso omaggio dell’On. Fini ai martiri che hanno concesso alla città di Lanciano la medaglia d’oro al valor militare e si è conclusa con l’intitolazione della Sala Consiliare a Falcone e Borsellino, come monito e ricordo perenne di quegli eroi borghesi che hanno difeso lo Stato pagando con la loro vita.
Ma il momento che ha generato più scalpore e soprattutto protese si è avuto quando il presidente della Camera è arrivato davanti al Tribunale di Lanciano, pronto a chiudere i battenti tra soli 3 anni.
Non sono infatti mancate le proteste degli avvocati che hanno atteso l’Onorevole sulle scale del Palazzo di Giustizia, con cartelli e t-shirt create ad hoc per chiedersi, e chiedergli, quanto senso avesse questa intitolazione. Questa intitolazione, come suggeriva ironicamente uno dei cartelli esposti dagli avvocati, ha avuto il vago sapore di una estrema unzione. I rappresentanti del foro frentano, nella loro protesta pacifica, hanno voluto sollevare di nuovo la questione della chiusura, già decisa, del Tribunale di Lanciano. Perché quindi omaggiare un moribondo?