Arcigay Chieti intende rispondere al Sindaco di Chieti Umberto Di Primio a proposito delle sue recenti dichiarazioni a seguito della circolare del Ministro Alfano rivolta ai prefetti affinché intervengano per cancellare le registrazioni di matrimoni contratti all'estero, tra persone dello stesso sesso, effettuate presso alcuni municipi italiani.
Il Sindaco, nel dichiararsi d'accordo ed appoggiando l'iniziativa del Ministro, si appella alla Carta Costituzionale affermando, di fatto, che la nostra Costituzione definirebbe una diseguaglianza di trattamento dei cittadini in base al loro orientamento sessuale; affermazione davvero triste, oltre che giuridicamente molto discutibile, alla luce delle più recenti sentenze della Corte costituzionale: Suprema interprete della Carta fondamentale. La Consulta ha, infatti, invocato doverose tutele nei confronti delle coppie formate da persone dello stesso sesso.
A fronte di tanti episodi discriminatori cui ogni giorno bisogna assistere, occorre rimarcare lo slancio a tutela delle minoranze fortemente voluto dai Padri costituenti. Mai si dimentichi che il secondo articolo della Nostra Costituzione pretende che vengano garantiti "i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità". Tra queste, evidentemente, vi è anche la coppia omosessuale: Consulta docet.
Ebbene Arcigay Chieti condanna fortemente l'atteggiamento sprezzante del Sindaco che liquida l'amore tra persone dello stesso sesso come una pratica burocratica da sbrigare al pari di un contratto di affitto o di noleggio.
Lo stesso Sindaco prosegue nella sua dichiarazione affermando che la città di Chieti non sarebbe meno aperta e accogliente delle altre. Si fa fatica a credere ad una affermazione che rasenta l'ossimoro, considerando inoltre che assistiamo a tutt'oggi alla latitanza delle istituzioni comunali, a distanza di ben due anni dalla mozione del 6 giugno 2012 “iniziative nel rispetto per la diversità’ altrui in termini di razza, sesso e sue lecite manifestazioni, religione, lingua, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”, che a seguito delle aggressioni omofobe di qualche settimana prima, impegnavano sindaco e giunta “a promuovere un piano permanente e costante di iniziative; condivise con le associazioni e gli Istituti scolastici di Chieti e finalizzate alla promozione della cultura della tolleranza, dell'anti-omofobia, del rispetto per la diversità altrui in termini di razza, sesso e sue lecite manifestazioni, religione, lingua, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”.
Non solo quegli impegni sono, purtroppo, rimasti disattesi e lettera morta, ma alla luce delle affermazioni del Sindaco, sembrano essere tristemente beffardi.
Quanto all'atteggiamento del Ministro Alfano, molto è stato già detto e tanti sono i sindaci di numerosi comuni che si opporranno all'eventuale cancellazione di matrimoni già registrati o che lo saranno in futuro. Speravamo che la nostra città e la sua amministrazione sarebbero stati dalla parte di coloro che disobbediranno metodicamente all’atto di imperio del Ministro, così come l’Italia della Resistenza seppe disobbedire agli ordini fascisti.
Claudio Minetti
Presidente Arcigay Chieti “Sylvia Rivera”