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Intitolata la via che porta a Villa Sorge alla scrittrice Maria Eisenstein

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Lei era una internata reclusa nel campo di Villa Sorge a lanciano, campo che raccoglieva le donne dissidenti con il regime o semplicemente sgradite perchè di origine ebraica. Si chiamava Maria Luisa Moldauer Steele)  ed era nata a Vienna nel 1914 da famiglia ebraica che risiedeva in Polonia, visse a lungo nella capitale austriaca. Oltre al polacco, parlava correttamente il tedesco, il francese e un impeccabile italiano. Trasferitasi in Italia nel 1936 si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia a Firenze dove si laureò nel 1939. Ed è quì che venne colpita  dalle leggi razziali italiane e venne internata nella seconda metà del 1940 nel campo di concentramneto di Lanciano.Amica di Brancati e di Accornero, lavorò per gli Alleati a Roma e, dopo il matrimonio celebrato da Elio Toaff, raggiunse sana e salva gli Stati Uniti, insieme alla madre sopravvissuta alla Shoah, dove lavorò come giornalista. Muore a Los Angeles nel 1994. Quella reclusione ovviamente la segnò a vita e si tradusse nel libro L'internata numero 6. Né diario né romanzo, ma con la verità cruda del primo e la fantasia del secondo: questo volume dovrebbe occupare un posto preciso tra i libri che ci hanno lasciato una documentazione precisa dei campi di concentramento in Italia durante il fascismo.  Maria  è formidabile nell'elaborare un proprio personalissimo stile nella lingua d'adozione, l'italiano, con cui ha cocciutamente riempito i fogli del manoscritto ritrovato nel dicembre del '43 dal tenente dell'esercito americano MacReegan, durante una convalescenza in ospedale. Sarebbe già questo un motivo sufficiente per leggere questa straordinaria testimonianza e meditare e per noi lancianesi scoprire un mondo che fin ora ci era sembrato così distante e che pure era così vicino.

Stamane alla presenza delle autorità cittadine si è intitolata la strada proprio a Maria Eisestein nel viottolo che affianca Villa Sorge. Fra studenti del De Titta e il racconto formidabile del professor Gianni orecchioni presidente dell'A.N.P.I. la storia sembra essersi riproposta in tutta la sua tremneda crudeltà. Presente inoltre una delegazione slovena fra cui due splendide donne ora 71enni che 70 fa  in quel campo ci erano nate:Katarina Jalacin e Daisy Dente. Non ricordano ovviamente nulla di quei giorni ma fa impressione sapere che entrambe conservano delle fotografie di loro neonate con le loro mamme a Villa delle Rose! Si perchè le donne di villa Sorge erano internate "Libere"...che contraddizione un pasticcio di parole che ancora una volta ci riporta all'assurdità di un periodo che mai si dovrebbe smettere di racconatre alle nuove generazioni. Presente anche Santino Spinelli che nel suo intervento ha parlato della  Shoah del popolo Rom ancora troppo spesso stigmatizzato dalla storia.

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