Non mi capita spesso di dipingere tra la gente, dato che per mia natura e per la natura di quello che faccio cerco sempre di trovare posti poco conosciuti e, quindi, poco frequentati. Ma questa volta ho voluto sperimentare l'esperienza di una "live performance" tra la gente e per di più a cinque metri d'altezza sul mare, su un trabocco.
Quei colori, quei suoni e quegli odori, vissuti così da vicino, mi hanno dato la possibilità di coglierne tutte le sfumature e di imprimerle sul foglio così come sono, hic et nunc.
Il confronto con le persone poi, appassionate o solo incuriosite, è stato interessante. Mi ha permesso di confrontarmi, di spiegare, di parlare di "tecnica pittorica". Di contro, l'atmosfera intima, quella onirica, quella che si crea quando mi confronto con quello che mi circonda, chiaramente non c'è stata. Ma sapere che intorno a quest'arte c'è curiosità e voglia di imparare mi ripaga.
Tutto molto scenografico ed evocativo, bellissimo...ma quanta difficoltà! Il movimento del trabocco è costante, a tratti impetuoso. Il vento è forte, martellante, e influisce anche sui tempi di asciugatura dei colori e sull'uniformità.
Soprattutto verso sera, ieri, sembrava che quei colori non dovessero asciugare più, quando l'umidità salmastra cominciava a prevalere su tutto il resto.
E invece poi, quando ho visto gli ultimi raggi di sole della giornata che illuminavano i miei colori, ho alzato gli occhi dal foglio e mi sono trovato sospeso tra cielo e mare. E tutto il resto non aveva più importanza.