Oggi la Chiesa ricorda San Lorenzo, martire nel 257 al tempo dell’imperatore Valeriano.
Giovane studioso di teologia e lettere, insegnava a Saragozza in uno dei più importanti della città dove conobbe colui che sarebbe diventato papa Sisto II. Insieme i due giunsero a Roma, il suo amico venne eletto a capo della Chiesa e San Lorenzo ricoprì il ruolo di arcidiacono. Ma quando Valeriano emanò l’editto contro vescovi e presbiteri e diaconi per condannarli a morte i due vennero condannati a morte certa.
San Lorenzo venne condannato a morte, bruciato con una graticola, proprio il 10 agosto. All’inizio il suo culto non ebbe molta diffusione ma, nel corso dei secoli, acquistò sempre più importanza, intorno a lui nacquero molte credenze popolari.
In questi giorni la Terra attraversa lo sciame meteorico delle Perseidi definite anche erroneamente stelle cadenti, per questo la tradizione parla della Lacrime di San Lorenzo, quelle scie luminose ricorderebbero così i carboni ardenti su cui morì il Santo.
Lorenzo dal latino è “colui che è cinto d’alloro”, buon onomastico ai nostri lettori.
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