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Che rumore ha la solitudine? Intervista alla band "I Giorni dell’Assenzio"

Esploriamo il panorama musicale locale

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SCHEDA

Nome: I Giorni dell’Assenzio
Genere: Alternative Rock
Provenienza: Tollo/Lanciano
Album: "Immacolata Solitudine” prodotto da Ridens Records

I Giorni dell’Assenzio sono una band dall’attitude alternative rock, un concentrato di potenza e adrenalina racchiusi in un basso, una chitarra e batteria. All’attivo dal 2012, in poco tempo sono riusciti a farsi produrre un disco dalla Ridens Records, condividere il palco con artisti del calibro di Teatro degli Orrori, Gazebo Peguins e Tre Allegri Ragazzi Morti e dare una scossa al movimento musicale frentano. Loro sono Mattia de Iure (chitarra e voce), Mauro Bucci (batteria) e Paolo Paolucci (basso).

I Giorni dell’Assenzio...perchè questo nome?
Troppo assenzio dà alla testa ecco perché!

In che misura vi sentite influenzati sul piano musicale, e da chi?
Sicuramente l'alternative rock post anni 90 ha il suo peso sia nei nostri ascolti, che nella nostra musica, gruppi come Radiohead, Placebo, Biffy Clyro, At The Drive In per intenderci sono stati di profonda ispirazione per noi. Ma non solo anche gruppi "nostrani" come i Verdena, i Ministri, Gazebo Penguins, ci hanno convinto che fosse possibile fare rock in Italia e in italiano.

Vi siete formati nel 2012 in 3 anni il vostro sound è cambiato rispetto a quando siete partiti?
Sì, agli inizi l'approccio era molto punk, poi grazie al lavoro di pre produzione svolto con Paolo Paolucci della Ridens Records (l’etichetta lancianese che ha prodotto il disco. ndr) ci siamo avvicinati molto di più alla forma cantata curando voce testi e suoni, abbandonando il "plus and play"  del punk che caratterizzava i nostri primissimi concerti.

Nel 2013 esce il vostro primo disco, Immacolata Solitudine. Se doveste raccontarci il vostro album in una frase?
Immacolata solitudine è la solitudine di tutti coloro che stanno al mondo e che suonano per dimostrare il contrario.

Di voi dite che fate "rumore" e cantate testi dove si parla spesso di solitudine... che rumore ha questa solitudine?
La solitudine ha il suono di una chitarra distorta, sporca ma decisa perché la solitudine è anche consapevolezza, non è disperarsi ma prendere coscienza di noi stessi.

State pensando già ad un secondo album? Se sì ci potete svelare qualche anteprima in tema di sonorità e testi?
Sì, stiamo lavorando sulle nuove canzoni, che vedranno un cambio di line up che prevede un avvicendamento al basso, a breve vi daremo delle news. Per quanto riguarda le sonorità è presto per parlarne, sicuramente le canzoni avranno un respiro più ampio, spazieremo molto toccando molte declinazioni di rock, i testi saranno molto più focalizzati su alcuni temi già trattati in Immacolata solitudine ma con un taglio più diretto.

Avete già programmato un tour estivo?
Stiamo valutando se fare alcune date o rimanere fermi per dedicarci al disco, per le news vi rimandiamo alla nostra pagina Facebook o al sito della Ridens la nostra etichetta, annunceremo tutto lì.

Raccontateci la serata che vi è rimasta più a cuore.
L'apertura del concerto dei Tre allegri ragazzi morti: sala piena, una delle nostre prime aperture. Eravamo emozionatissimi ma carichi allo stesso tempo, il pubblico ha risposto benissimo “pogando“ e cantando alcune delle nostre canzoni, bellissimo!

Che idea avete del rock alternativo che abbiamo in Italia?
Ci sono molti gruppi veramente forti, ma spesso non li consideriamo solo perché fa più comodo guardare all'estero. In Italia siamo affetti da esterofilia, chiunque faccia qualcosa all'estero è praticamente un genio, se la stessa cosa la fa qualcuno in Italia, magari anche prima, non viene minimamente considerato.

Cosa consigliereste ai giovani musicisti emergenti?
Di informarsi, andare ai concerti, parlare con gli addetti ai lavori e con i musicisti, pensare sempre con la propria testa e prendere il meglio da tutto e da tutti e di uscire dalla "comfort zone". In una parola di buttarsi!

 

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