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Parco Diocleziano, un'altra frana

Le piogge hanno fatto scivolare il terreno sotto la recinzione di una casa

La Redazione
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Frana ancora il costone di via del Ponte all'interno del parco Diocleziano. Le ultime piogge hanno fatto scivolare a valle parte del terreno sul quale poggia la recinzione di una delle abitazioni che sorgono a ridosso dell'area, scoprendo una fenditura che lascia intravedere le fondamenta. «Ma non c'è pericolo di crolli», assicura l'assessore ai lavori pubblici, Paolo Bomba. Sono la neve e la pioggia, che continua a cadere sulla città, ad aver provocato uno smottamento dal costone di via Del Ponte, nel parco Diocleziano. Terra e sabbia sono scesi fino a lambire il percorso pedonale all'interno del parco pubblico, scoprendo una fenditura alla base del recinto di una delle case erette a ridosso dell'area verde. È evidente il distacco del terreno dal muro di cinta, che fa intravedere le fondamenta, realizzato a ridosso di una zona a rischio idrogeologico. Via del Ponte, infatti, è stata oggetto, nella parte all'ingresso del parco Diocleziano, dei lavori eseguiti dal 2003 dalla Provincia, per la messa in sicurezza del costone friabile che si snoda da via Belvedere a Santa Giusta, Olmo di Riccio, via Panoramica, via Per Frisa, Sant'Egidio e fino al quartiere Lancianovecchia. La gabbionatura realizzata dalla Provincia ha retto, mentre la parte che sorge accanto è scivolata a valle. «La situazione è continuamente monitorata», assicura Bomba (Udc), «sia dai tecnici comunali che da quelli provinciali e non ci sono rischi di crolli. Il problema», continua l'assessore, «è che con le nevicate abbondanti dell'inverno è venuta giù parte delle vegetazione che serviva per reggere il terreno. Con le piogge delle ultime settimane, poi, sono scivolati terreno e sabbia. È necessario intervenire sul costone: o realizzando una gabbionatura simile a quella posta all'ingresso o con la piantumazione di arbusti che trattengano il terreno». Ma servono soldi per i lavori,e non ci sono. «Si può iniziare con la piantumazione degli alberi», spiega il direttore dei lavori della aree a rischio idrogeologio, Bruno Bianco, «ginestre o arbusti che non hanno radici lunghe possono fungere da grimaldello e sollevare il terreno. La soluzione migliore sarebbe quella di realizzare la stessa gabbionatura posta all'inizio della via, che ha retto alla neve e alla pioggia, ma il Comune deve reperire i soldi». Fondi occorrono anche per mettere in sicurezza altri punti a rischio, come la zona del collettore che dal Diocleziano arriva a via Ferro di Cavallo, l'area di san Nicola, le Torri Montanare, Santa Maria dei Mesi e Sant'Amato. A giorni, invece, iniziano gli interventi aggiuntivi a Santa Giusta e San Biagio.
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