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Parco della Costa Teatina, a San Vito va in scena il "NO"

Il commento della ricercatrice D'Orsogna protagonista della battaglia contro la petrolizzazione della costa

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SAN VITO. Si è trasformato in un agguerrito "no Parco" il convegno per spiegare le ragioni del Parco nazionale della Costa teatina istituito con una legge nazionale nel 2001, ma non ancora realtà. Sul tavolo dei relatori a San Vito, uno degli otto comuni della Costa dei trabocchi inseriti nel progetto parco (assieme ad Ortona, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto e San Salvo) erano presenti gli amministratori del territorio: Mauro Febbo, assessore regionale all'agricoltura e coordinatore del tavolo tecnico per definire i confini del Parco, Enrico Di Giuseppantonio, presidente della Provincia di Chieti, Luigi Comini, assessore al Turismo del comune di San Vito, il senatore Pdl Fabrizio Di Stefano e Antonio Sorgi, capo della commissione Via (Valutazione di Impatto ambientale della Regione). Il convegno si è trasformato in poco tempo in una serie di attacchi violenti ai fautori del Parco e ai pochi rappresentanti ambientalisti presenti: Alessandro Lanci, Nuovo Senso Civico, Fabrizia Arduini e Ines Palena, WWF e Maria Rita D'Orsogna, ricercatrice e docente dell'università della California. L'uditorio, inferocito, e composto in maggioranza da agricoltori, impenditori locali e cacciatori, non ha concesso loro la parola. Sul tavolo del dibattito sono stati sciorinati con violenza tutte le ragioni contrarie al Parco nazionale senza la minima possibilità di contradditorio. Quasi invisibili, sul piano del corretto e civile scambio di pareri, le autorità presenti. Qui di seguito uno stralcio del commento di Maria Rita D'Orsogna all'indomani del dibattito: "Non avrei mai potuto immaginare che nel 2011 ci potesse essere tanto astio contro un parco, che e' una delle cose piu' belle che si possano regalare alle generazioni future. In altre parti del mondo, certo piu' civile di quello di ieri sera, sarebbe una cosa desiderata e incentivata, per la salute, per lo sviluppo ecosostenibile e duraturo, per il benessere diffuso, e anche come strumento per lottare contro i petrolieri. Ricordo l'orgoglio dei cittadini del Parco del Curone quando mi portavano in giro fra le loro colline verdi. Al convegno non c'era nessun esperto vero di Parchi, qualcuno che li abbia mai gestiti, che potesse dare dei numeri sulla ricettività, sulle esperienze passate di altre località. I presenti erano tutti piu' o meno apertamente contrari al Parco della Costa teatina, anche se continuavano a dire di essere neutrali. A me sono sembrati dei moderni Ponzio Pilati. Hanno comunque detto un sacco di bugie. Che nel parco i frantoi dovranno essere abbattuti, che non ci sono soldi per il parco, che il parco porterà via ai comuni la possibilita' di gestire il proprio territorio, addirittura che i soldi del parco andranno al WWF e alle altre associazioni ambientaliste! Pareva che questo parco fosse un orco cattivo. Penso alla campagna elettorale di Enrico di Giuseppantonio che continuava a insistere con la storia della Provincia di Chieti come la Catalogna d'Italia mentre ieri sera si annunciava contro il parco. Lo sa Enrico di Giuseppantonio che da Barcellona fino al confine con la Francia la Costa Brava e' tutta coperta da vincoli ambientali e da parco costiero e marino? Lo sa cos'e' la Carta de Tossa? E' stata firmata nel 1998 da tutti i comuni della costa di Catalogna per proteggere la natura, per fermare la cementificazione e come strumento ulteriore di promozione turistica. Ci credeva veramente alla Catalogna d'Italia o parlava giusto per parlare, come si fa in campagna elettorale? Non so perche' questa gente non voglia il parco, posso solo immaginare che sia dovuto alla voglia di speculazione edilizia che e' tanta, ma proprio tanta lungo la costa dei trabocchi, a partire dal mega resort di Gianni Pagliaroli che si vuole fare proprio a San Vito Marina, squarciando una intera collina e senza rispetto per nessuno. La mia previsione: sara' un totale fallimento. La clientela di un mega resort non si sposa con il tipo di mare che abbiamo noi, piccolo, modesto, fatto di calli e boschetti. E' stata una lotta impari. Ines Palena, Fabrizia Arduini, Alessandro Lanci, la sottoscritta, siamo tutti stati presi in malo modo da quelli che parevano spettatori e invece erano li solo come cani inferociti. Me li sono presi tutti gli insulti e i fischi, dal primo all'ultimo. Dal "ma lei non cucina?" al "ma lei che ci viene qui con il deltaplano?" Dal "lei ha fatto togliere la bandiera blu a San Vito" al "lei e' stata invitata al convegno di Rainone e non c'e' venuta". Dal "lei e' arrivata a combattere il centro oli di Ortona con un anno di ritardo" fino all'onnipresente "le ricordo la sua giovane eta'." Forse la cosa piu' buffa e' quando mi hanno detto di non aver fatto niente per fermare il disastro della BP. Resta il fatto che Elsa2 o Ombrina Mare non l'ha fermato nessuno di loro incluso Luigi Comini e Mauro Febbo che tanto si agitavano contro di me. Il testo mandato al Ministero dalla Provincia di Chieti per Elsa2 e' un copia incolla, parola per parola, del testo che ha scritto la qui presente. Comini e il Comune di San Vito non hanno neanche mandato niente per Elsa2. Quando ci sveglieremo e vedremo San Vito francavillizzata sapremo di chi e' la colpa".
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