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Mario Laurencich, l’esule fiumano che divenne teatino di adozione

Costretto a fuggire da Fiume per due anni militò nel Chieti Calcio

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Il “Giorno del Ricordo” è solennità civile istituita «per conservare e rinnovare la memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati». Tra coloro che furono costretti a fuggire da Istria, Fiume e Dalmazia ci fu anche Mario Laurencich che si rifugiò con la sua famiglia in Abruzzo.  

Laurencich era nato a Fiume il 9 maggio 1920 e morì a Chieti il 27 agosto 1996. Fu calciatore nel ruolo di mezzala destra nella Fiumana, nella HNK Rjieka e nell'Hajduk Spalato. In Italia indossò la maglia del Cesena (23 presenze con 6 gol all’attivo) per poi essere acquistato dal Chieti Calcio. Con la maglia neroverde disputò la stagione 1949/50 (27 presenze e 6 reti all’attivo) e la stagione 1950/51 (15 presenze e 5 reti all’attivo) che fu coronato con la vittoria del campionato e la promozione in serie C. 

Mario Laurencich dopo aver chiuso la carriera agonistica rimase a Chieti, città che l’aveva ormai adottato, lavorando in una cartiera. Le due figlie Angela e Ester, per anni brillante giocatrice di basket, vivono ancora oggi a Chieti. 

 

Fonte fotografie: gruppo facebook “Il bello di Chieti”

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