La risposta della Azienda ASL, in merito alla servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), a seguito della mia istanza di accesso agli atti del 25 giugno 2013,
si presenta parziale e non esaustiva delle richieste da me formulate.
In particolare in merito alla richiesta di accesso agli atti dei 109 paziente controllati a campione e tutti riconosciuti inappropriati, segnalo che mi è stata inviata
solo la documentazione di sedici pazienti inclusi nell’esposto di Cittadinanza Attiva del 26 marzo 2013.
Degli altri 93, nessuna valutazione mi è stata riportata in maniera dettagliata, ma solo una telegrafica e poco chiara interpretazione.
La Commissione ispettiva diretta dalla dr.ssa Annabella Antonucci, ha relazionato sui 16 casi di cui sopra, e pertanto la documentazione inviatami è quella del
15 maggio 2013, prot. n. 31809, diretta al dr Zavattaro, al dr Flacco e al dr Spadano.
Tale valutazione è stata trasmessa, o meglio girata, sic et simpliciter alla mia persona. La relazione è antecedente alla riunione del Comitato dei Sindaci a cui ho
partecipato, e esprime pedissequamente le norme che regolano le modalità di attuazione delle cure.
Nella maggior parte dei pazienti, alcune procedure in merito alla assegnazione delle cure non sono state espletate dalla UVM, e sono state sospese dalla dr.ssa Borgia.
Perché non si è completato l’iter previsto dalla corretta procedura, ovvero coinvolgendo nella valutazione l’ UVM? Pertanto sono state sospese le cure domiciliari con
atto monocratico della dr.ssa Borgia.
Tre di questi pazienti sono stati presi in carico dai servizi sociali del nostro Comune per quanto riguarda i bisogni sociali.
Al riguardo ritengo invece che l’Azienda, in presenza di procedure che presentavano incompletezze e/o difformità rispetto al dettato normativo, avrebbe dovuto farsi carico
d’ufficio, dell’urgente completamento e/o rettifica delle procedure stesse, e solo all’esito giungendo ad una valutazione di interruzione o di diniego autorizzativo, se le conclusioni
accertative lo avessero dovuto imporre.
Nessuna risposta è stata data, inoltre, circa la richiesta e promessa di istituire una commissione di controllo che poteva essere predisposta dall’Agenzia Sanitaria Regionale o di
un medico individuato dall’Amministrazione comunale da inserire nella commissione di valutazione.
La evidente inappropriatezza delle procedure, così come attestato dalla relazione in argomento, mi fa chiedere quali provvedimenti sono stati attuati per riportare alla normalità
le ripetute procedure presso il DSB di Lanciano.
Il principio, costituzionalmente garantito, di tutelare il diritto alla salute del paziente è sicuramente prioritario rispetto ad ogni valutazione di carattere amministrativo, specie quando
l’erroneità applicativa delle procedure è determinata dagli organismi della stessa azienda sanitaria competente ad assicurare le prestazioni.
Con la presente, reitero quindi la richiesta di ottenere i dati relativi ai 93 casi non documentati, e sollecito la istituzione di una Commissione Regionale di verifica, come richiesto.
Il Sindaco di Lanciano – Mario PUPILLO).
