Nessuna solidarietà per i malati frentani, privati, dal 1 marzo scorso, del servizio di assistenza domiciliare (ADI) dal distretto sanitario di Lanciano da parte del presidente della Regione Gianni Chiodi. Anzi, dalle sue parole, riportate dalla stampa, trapela soddisfazione per l’azione moralizzatrice intrapresa dal distretto verso i malati. L’azione moralizzatrice avrebbe scovato la presenza di prestazioni non dovute. Azione giusta e dovuta se va sanare situazioni irregolari. Ma la sospensione tout court ha generato più disagi che benefici a malati e famiglie, e la modalità di accertamento poteva essere effettuata con i normali controlli e gradualmente permettendo ai pazienti e familiari di organizzare una assistenza sostitutiva adeguata.
Tuttavia per il caso in questione il presidente Chiodi omette alcune importanti e decisive considerazioni e domande. Ed allora ci chiediamo:
Da chi sono state autorizzate quelle prestazioni ritenute inappropriate?
Chi sono coloro che non hanno vigilato sulle prescrizioni erogate in maniera inappropriata?
Quanti anni ci sono voluti per accorgersi della grave (ritenuta tale dal presidente) situazione del Distretto sanitario di Lanciano?
Il Presidente Chiodi si farà promotore di nominare una commissione di verifica formata da esperti come richiesta da tutto il Consiglio Comunale di Lanciano, maggioranza e minoranza, di cui si attende risposta?
E quali provvedimenti saranno presi per eventuali danni erariali provocate nelle casse della finanza sanitaria regionale per prestazioni inappropriate?
Saranno attivate tutte le procedure per il recupero delle somme gravate sulla spesa sanitaria? Ai controlli faranno seguito ulteriori accertamenti di responsabilità ? Oppure, di contro, il Commissario alla sanità è così sicuro che le scelte precedentemente effettuate siano davvero sbagliate. Quale organismo di controllo lo ha accertato? Sarebbe necessario che lo decidesse una commissione ad hoc come richiesto.
Attendiamo che l’azione moralizzatrice del Presidente Chiodi vada fino in fondo ed accerti le responsabilità all’interno della struttura del Distretto. I pazienti non hanno responsabilità alcuna. Hanno solo subito un provvedimento iniquo in quanto a tempistica e comunicazione.
E se il Presidente vuole fare una analisi accurata e finanziariamente corretta accerti quanto è costato alla finanza sanitaria regionale la sospensione del servizio verso quei malati, a decine, che sono stati costretti al ricovero in strutture sanitarie convenzionate o ad attendere mesi per liste di attese lunghissime. Tuttora vi sono famiglie con ricoverati in strutture convenzionate a causa della sola sospensione ahimè della fisioterapia settimanale. Quanto costava per esempio a fisioterapia a casa? E quanto costa invece il ricovero in una struttura convenzionata? Chi paga il disagio e le spese, di danaro e di tempo, incalcolabili per la famiglie stesse? Siamo sicuri che si è risparmiato Presidente? O siamo in presenza dell’ennesimo autogol?

