IL FENOMENO MIGRATORIO NEL TERRITORIO FRENTANO
La realtà migratoria, divenuta ormai parte integrante delle diverse comunità socio-culturali territoriali, assume, di volta in volta, significati sempre più incisivi, soprattutto se analizzata sotto il profilo dell’apporto che essa da’ al concetto di intercultura, argomento oggetto di diversi interventi didattico- educativi e elemento di fondamentale importanza per permettere e facilitare l’integrazione, da un lato e lo scambio culturale , dall’altro, tra etnie e popolazioni autoctone.
L’indagine effettuata sul territorio frentano parte da un’osservazione dei fenomeni sociali globali e della loro influenza sui flussi migratori, sottolineando, al contempo, la necessità di progettare interventi di politiche sociali che favoriscano una corretta integrazione delle minoranze nei diversi contesti socio-culturali di riferimento.
Per comprendere l’entità e la natura strutturale del fenomeno migratorio nelle società globalizzate, basta leggere le proiezioni che riguardano il nostro paese: nel 2050, gli extracomunitari potrebbero rappresentare dal 17% al 20% della popolazione residente e, se l’aumento percentuale dovesse restare costante, le nascite di bambini stranieri potrebbero addirittura superare quelle di bambini italiani.
L’integrazione e l’inclusione sociale delle minoranze introducono a concetti di fondamentale importanza , soprattutto nelle4 società odierne: parliamo del intercultura e del multiculturalismo.
In una società in cui convivono , grazie al fenomeno delle migrazioni, milioni di uomini e donne con culture, lingue, stili di vita diversi, diventa opportuno imparare e saper gestire le eventuali situazioni di conflittualità che si verrebbero a creare dall’incontro/scontro di queste ultime: è da questo importante nodo che si profila la necessità di programmare interventi atti a favorire il dialogo, l’incontro e il necessario riconoscimento reciproco.
Il dialogo diventa lo strumento necessario per permettere non solo la conservazione delle singole identità, evitando, così , una sovrapposizione o la dominazione di una cultura sull’altra, ma anche e soprattutto , un mezzo che permette un interscambio culturale volto all’arricchimento e alla creazione di un nuovo patrimonio , che recepisca le diverse culture, fondandosi su principi etici condivisi e nel rispetto delle reciproche differenze.
Multiculturalismo , quindi, inteso come uno stato di fatto, che descrive la presenza simultanea di diverse culture in un medesimo contesto socio-culturale; pertanto, per facilitare il processo di accettazione/inclusione/riconoscimento reciproco tra etnie è necessario affiancare a tale concetto quello di interculturalità, che identifica la co-esistenza di persone culturalmente differenti.
Quindi “la ‘multiculturalità’ è da intendere come la caratteristica di una situazione sociale verificabile: la convivenza di persone provenienti da e socializzate in diversi contesti
culturali, e la ‘interculturalità’ come la risposta educativa relazionale alla società multiculturale e multietnica”.
Entrambi i concetti, si ritrovano espressi, in cifre, nell’indagine effettuata dall’equipe del Centro di Asdcolto e Solidarietà, coadiuvata dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Lanciano.
Dai dati , infatti risulta che sul territorio frentano il fenomeno migratorio non è un dato trascurabile: su un totale di 36304 abitanti, la popolazione straniera regolarmente residente ammonta a 1320 unita, pari a circa il 4% della popolazione totale.
Sia per quanto riguarda la popolazione maschile sia quella femminile, le etnie maggiormente presenti sul territorio sono rappresentate dalle comunità romene ( 36% M ; 34% F) e albanesi ( 25% M ; 18%F); a seguire, le comunità cinesi ( 5% M e 4%F) , polacca (M 4% ; 6% F) e ucraina ( M 2% F 5%).
Dati rilevanti anche quelli provenienti dal rapporto M/F divisi per fasce di età: la popolazione straniera in età 0-15 rappresenta il 5,7 % sul totale della stessa fascia di età, per la fascia 16-31, il 4,2%, nella fascia 32-44, la popolazione straniera è il 4,6% e infine gli stranieri over 45 rappresentano solo l’1,4% sul totale della popolazione nella stessa fascia di età.
La presenza degli stranieri nelle scuole , dall’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, assume valori che si aggirano intorno al 50% sul totale della popolazione maschile, intorno al 45% invece, per quanto riguarda i valori inerenti la popolazione femminile.
La divisione per fasce di età mostra come, in percentuale, siano in maggioranza i ragazzi tra i 14 e i 19 anni, che rappresentano il 18% sul totale della popolazione.
I Paesi di provenienza rispecchiano la percentuale, in maggioranza, delle etnie presenti sul territorio : albania, Romania e in misura minore, cina, polonia, ucraina.
Un valido supporto sia per il disbrigo di pratiche burocratiche sia per l’attività di consulenza, orientamento ed accompagnamento per cittadini stranieri, è rappresentato dal centro di ascolto: da come si evince dai dati inerenti le iniziative promosse durante l’anno 2011, molta attenzione è stata data all’aspetto dell’inclusione socio-culturale attraverso l’organizzazione del corso di lingua e cultura italiana, con 50 iscritti, che ha rappresentato il 12% delle attività complessive, il disbrigo di pratiche burocratiche , che ha occupato il 44% delle attività, e le attività di consulenza e orientamento al lavoro ( consulenze telefoniche, incrocio /domanda offerta etc).Per ciò che riguarda gli interventi legati all’incrocio dom/off di lavoro, il settore maggiormente richiesto è stato quello del lavoro domestico, con un totale del 95% di richieste.
Per comprendere meglio l’entità del fenomeno migratorio sul nostro territorio, è opportuno puntare lo sguardo sulla richiesta/inoltro di permessi per ricongiungimenti familiari: attraverso questo dato è possibile evidenziare la natura del fenomeno migratorio, laddove la famiglia, e le relazioni esistenti al suo interno , diventano un indice di misurazione degli effetti che il fenomeno immigrazione ha sulle dinamiche socio-.relazionali.
La decisione di partire e la famiglia diventa elemento centrale all’ interno delle reti e delle catene migratorie, assumendo un ruolo decisivo in tutto il percorso, dalla partenza all'inserimento nel nuovo contesto. I soggetti che decidono di migrare, infatti, non vivono in un vuoto di relazioni sociali e non agiscono in modo totalmente indipendente, ma
sono ampiamente influenzati da ció che li circonda, non solo a livello macro-sociale (contesto economico, politico, sociale) ma soprattutto a livello familiare.
Dai dati raccolti emerge infatti che il 56% delle richieste complessive del centro di ascolto sono state rivolte verso i ricongiungimenti: di queste, il 21% sono state inoltrate da uomini e il 23% da donne. La maggior parte di richieste sono pervenute da Paesi quali l’albania ( il 61%), la Cina ( 11%) e india ( 8%) , mentre i comuni di residenza dai quali sono state inoltrate le domande sono Lanciano( 48%) , paglieta, frisa, castelfrentano e sant’eusanio ( 8%).
Le famiglie di immigrati presenti sul territorio, infine, risultano essere così strutturate:
famiglie con 1 componente: 51% sul totale delle famiglie residenti
famiglie con 2 e 4 componenti: in media 15% sul totale delle famiglie residenti
in misura minore, le famiglie con 5-8 componenti ( rappresentano in media il 5% sul totale delle famiglie residenti).
Dal punto di vita dell’inclusione socio-lavorativa, i dati raccolti evidenziano come , nei settori primario,secondario e terziario siano in maggioranza rumeni ed albanesi ad occuparlo, seguiti da polacchi, cinesi, giapponesi e bulgari.

