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Riforma delle province: cessino le dichiarazioni ridicole

Tagliente: "il Pdl dia un'indicazione univoca, sensata e percorribile"

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Le reazioni della società politica abruzzese alla notizia della abolizione delle province si sono distinte sinora soltanto per l’alto tasso di ridicolaggine. Presidenti di provincia e sindaci ci hanno deliziato con roboanti proclami, di sapore indipendentista o imperialista a seconda delle circostanze, dimostrando di non avere una visione globale e soprattutto di conservare una cultura politica poco superiore al livello tribale. Per non parlare poi della Regione e dei suoi rappresentanti, i quali hanno perso anche l’ultima occasione per dimostrare di essere legislatori.

La Riforma dell’ Amministrazione del territorio è invece cosa troppo importante per perdersi dietro questioni di campanile che non hanno oggi nessuna importanza, ammesso l’abbiano mai avuta. Si approfitti dell’opportunità che deriva dal progetto governativo per ridisegnare invece un altro Abruzzo che elimini squilibri , ritardi e sprechi, soprattutto nelle zone interne e recuperi diseconomie e servizi.

Sono convinto che un progetto serio di revisione degli assetti amministrativi nel quale inserire organicamente anche nuove ipotesi di organizzazione della Giustizia ( i tribunali nello specifico) della Sanità, dell’Università, saprà suscitare la considerazione del governo Monti e del Parlamento ed aprire la porta a soluzioni concertate.

Non provarci, perdendo soltanto tempo in inutili quanto ridicole discussioni senza il supporto di un ragionamento politico di largo respiro, è assolutamente folle e… direi pericoloso per l’Abruzzo.  Al  Pdl, o a quello che  resta della sua classe dirigente, al Presidente della Regione, chiedo lo sforzo di aprire subito una discussione nelle sedi giuste e /o istituzionali  al fine di stabilire indicazioni univoche,  sensate e percorribili.

 

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