ATESSA. Sono arrivati oggi nello stabilimento Sevel della Val di Sangro 150 trasfertisti provenienti da Cassino (35 dipendenti), Mirafiori (25) e Pomigliano (90). I lavoratori resteranno in Sevel per quattro giorni, alcuni anche per due, e sono stati chiamati da Fiat per sostituire i dipendenti Sevel che usufruiscono dei permessi elettorali. Ma la Fiom Cgil, per voce del segretario regionale Nicola Di Matteo attacca: "E' un atteggiamento schizofrenico e speculativo da parte dell'azienda. Gli operai che arrivano oggi in realtà possono fare poco o nulla in Sevel a causa delle differenti mansioni e del poco tempo a disposizione che non permette nemmeno l'affiacamento. Fiat avrebbe potuto chiamare i 120 dipendenti locali che aveva promesso di riassumere invece di pagare il doppio (oltre a 100 euro di diaria) operai che arrivano da altri stabilimenti". Secondo Fiom la Fiat starebbe innescando una vera e propria guerra tra poveri a discapito del bisogno di lavoro degli operai. "Non intendiamo fare pressioni razziste o strumentali con i lavoratori - specifica Di Matteo - ma denunciamo un gruppo dirigente che ci appare privo di senno e che effettua scelte contrarie ad ogni logica. In Sevel sono finora giunti 480 lavoratori da altri stabilimenti mentre sono solo 150 quelli locali interinali ripresi dopo il licenziamento di mille operai due anni fa. Dove sono Cisl e Uil? Non avevamo firmato questo accordo eppure stiamo contestando l'operato di Fiat. Sarebbe stato il caso, a fronte di un'esclusione così evidente dei lavoratori del territorio, di uscire tutti insieme come sindacato e invece si continua con l'atteggiamento da umili servitori". "Chiediamo l'attenzione di istituzioni, sindaci e territorio e un incontro urgente con il governatore Gianno Chiodi - fa appello Marco Di Rocco, segretario provinciale Fiom - stiamo inoltre organizzando una lotta per chiamare a raccolta tutti i fuoriusciti di due anni fa per una forte azione di protesta dinanzi ai cancelli della Sevel. Bisogna tutelare l'occupazione locale".
