ATESSA – Come libellule pronte a volare, libere e leggere, così i ragazzi dell’Anffas di Atessa sono pronti per questa meravigliosa avventura, con il taglio del nastro domenica 4 dicembre alle 17.00.
Nel cuore del centro storico, in Corso Vittorio Emanuele, nascerà così un piccolo grande laboratorio solidale, un progetto ideato da mamma Mirella e portato avanti con la forza e la tenacia del presidente dell’Anffas Marco Cicchitti, insieme a genitori, amici e volontari, che ogni giorno si domandano quanto si possa fare per i ragazzi che vivono la disabilità.
Tra fiocchi, nastri, materiali di recupero i ragazzi realizzeranno oggetti per il loro laboratorio solidale, si occuperanno dell’esposizione per una raccolta fondi necessaria a portare avanti il proprio progetto di autonomia, socializzazione ed inclusione, una di quelle idee che fanno bene all’intera comunità.
Nella diversità si nasconde il senso della vita stessa, e allora anche con la disabilità si può imparare ad essere responsabili, a crescere, ad essere presenti nella propria realtà ogni giorno, con le responsabilità di un lavoro quotidiano, ma facendolo insieme sempre mano nella mano.
“Non ti chiedo di risolvere tutti i miei problemi, ma ti chiedo di non lasciarmi solo ad affrontarli”, è questo lo slogan che più rappresenta questo laboratorio solidale, i ragazzi sono protagonisti con la voglia di essere anche loro parte della comunità che li accoglie.
“L’obiettivo primario di questa nuova sfida dell’Anffas di Atessa - le parole del presidente Marco Cicchitti – è quello di inserire sempre più i nostri ragazzi speciali nel tessuto sociale cittadino, facendo capire anche agli altri che esiste la disabilità, esiste anche una realtà diversa. I ragazzi attraverso questo nuovo laboratorio solidale vogliono dire che ci sono anche loro ad Atessa e vogliono dimostrare che, nonostante la propria diversità, sanno realizzare qualcosa e che tutto quello che nasce dalle mani è fatto solo con il cuore. È il loro modo per dirvi "Ci siamo anche noi!!!"”.
È un progetto che parla di creatività ma anche di inclusione, perché piccole comunità come queste hanno bisogno di afferrare quanto c’è di speciale nel cuore di ognuno.
I ragazzi hanno preparato gli oggetti e hanno curato l’esposizione, insieme al contributo della designer Antonella Pierantonio, e con i genitori che, nelle pause dal lavoro, hanno approfittato per rendere unico il posto che li accoglie, il loro piccolo ma grande laboratorio.
Una bella idea e una grande soddisfazione per tutti quelli che ogni giorno si dedicano al mondo della disabilità, perché di storie speciali e di iniziative di questo genere ne abbiamo tutti bisogno, nella speranza che sia un’occasione di crescita e che possa aggiungersi alle iniziative realizzate in favore della disabilità.
Una possibilità di occupazione anche quando inevitabilmente i genitori saranno lontani, un modo per essere in grado di vivere la propria diversità come un dono.
E allora in bocca al lupo ragazzi, che sia l’inizio di un grande cammino di solidarietà e libertà, per voi e per tutta la comunità.