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Sevel: recupero della produzione e la Fiom annuncia sciopero di tre giornate

Redazione
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ATESSA – Il sindacato Fiom torna ad intervenire a seguito delle decisione prese dall’azienda in merito al recupero della fermata produzione del 16 giugno scorso relativa ad un guasto tecnico verificatosi nello stabilimento.

Questo quanto riferito dal sindacato che ha subito manifestato il proprio disappunto esprimendo alcune perplessità anche in merito alle decisioni dell’azienda proprio in questa circostanza “A Giugno i lavoratori si recarono in Sevel – si legge in una nota diffusa dal sindacato e firmata dal segretario generale Fiom-Cgil Chieti Davide Labbrozzi - nonostante l’Azienda sapesse che non ci sarebbe stata attività lavorativa (guasto tecnico in FCA –ex Ergom), le persone furono lasciate fuori dai cancelli, nei pullman, ad attendere la comunicazione che poi rispedì tutti a casa”.

Una risposta da parte del sindacato che, dopo la situazione verificatesi nei periodi estivi e a cui hanno fatto seguito le giornate di sciopero, torna a puntare il dito contro l’azienda e contro decisioni che, secondo la Fiom, non terrebbero conto degli sforzi dei lavoratori. “Oggi, dopo quattordici giornate di lavoro straordinario, - le parole del sindacato - cosa che ha debilitato mentalmente e fisicamente tutti, si obbligano le persone a prestare lavoro per recuperare il fermo subìto”. 

A seguito di un confronto con i lavoratori e le lavoratrici dello stabilimento Sevel, è emersa la decisione di procedere con uno sciopero per tre turni nella giornata di sabato 5 novembre (turno A e turno Centrale), domenica 6 novembre (turno di Notte) e sabato 12 novembre (turno B), una scelta motivata dal sindacato in uno spirito di democratica condivisione.

“La lotta sindacale, nonostante i tanti ostacoli posti dai firmatari il CCSL, - chiude il sindacato - sta riprendendo con lo slancio ideale dei vecchi tempi. La Fiom è contraria a forme di gestione dei fermi produttivi di questa natura, chi lavora in Sevel ha già dato tanto in termini di sacrificio generale, lo ha fatto con retribuzioni bassissime, lo ha fatto prestando lavoro straordinario per quattordici giornate e con carichi di lavoro sempre più pesanti. Il recupero stride fortemente con l'esigenza che noi tutti abbiamo, vederci la dignità salvaguardata”.

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