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Una settimana nel campo profughi di Idomeni: il racconto di Mirko

Il racconto di un giovane volontario per ripercorrere quei giorni tra immagini e parole.

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LANCIANO - A partire dal 2014, i rifugiati scappati dalla guerra in Siria, o in altre parti del Medio Oriente, hanno cominciato a recarsi lì per attraversare il confine greco ed entrare nella Repubblica di Macedonia, ma dal 2015 la Macedonia ha deciso di chiudere le frontiere meridionali con l’obiettivo di impedire ai migranti l’ingresso in massa causando una vera e propria crisi umanitaria. Parliamo di Idomeni, paesino della Grecia, con un campo profughi che ospita oltre 10mila persone e dove, qualche settimana fa, il giovane frentano Mirko Pagliai ha vissuto e lavorato per 7 giorni, per conto del centro sociale Zona 22, insieme a Carmelita Ceruzzi.

“Non c’è modo di raccontare correttamente ciò che ho vissuto - ci ha detto Mirko - perché in una settimana ho avuto l’occasione di giocare con i bambini presenti nel campo e di ascoltare i racconti di quanti sono scappati da una casa che non c’è, passando da un eccesso all’altro, ma percependo chiaramente la grave situazione umanitaria che stiamo vivendo”. A Idomeni, sono presenti circa 10mila profughi, perlopiù Siriani, fermi nel campo, costretti ad aspettare di poter formalmente fare richiesta d’asilo. Una richiesta che è necessario fare tramite Skype, in una telefonata virtuale in cui raccontare la propria storia e provare a lasciarsi aprire le porte di un nuovo mondo, che ha il sapore della terra promessa.

“Il campo è un vero e proprio terreno agricolo ed è completamente abbandonato a se stesso. - ci ha spiegato Mirko - Si vive nelle tende da mare, quelle che noi troveremmo in un banale negozio sportivo, non c’è cibo per tutti e le condizioni igienico-sanitarie sono al limite del disumano. Nella settimana in cui siamo stati lì - ha proseguito Mirko - abbiamo costruito alcune docce ricaricabili ed uno spazio in cui poter trovare un po’ di privacy”. Realizzato anche uno spazio dedicato alle donne, con una zona da estetista in modo da dar loro un luogo in cui potersi sentire, per quanto possibile, più al sicuro e in cui socializzare tra loro.

Sono tanti i racconti che Mirko ha ascoltato, di famiglie distrutte, di parenti barbaramente uccisi e di una voglia immensa di scappare ed andare altrove. “I racconti che più mi hanno impressionato - ci ha raccontato - sono quelli sui trafficanti di uomini, farabutti che speculano sulla vita umana altrui chiedendo decina di migliaia di euro in cambio di un viaggio che non si sa bene dove porterà”. La motivazione principale che ha spinto Mirko ad andare a Idonei è la voglia di farsi un’idea, di farla propria e di poterla così raccontare una volta tornare. E così questa sera, alle ore 18, nella biblioteca regionale in via dei Frentani, insieme ad altri volontari, sarà protagonista dell’incontro “Di ritorno da Idomeni. Racconti ed immagini dal confine greco-macedone” per condividere la sua esperienza attraverso parole, foto e video.

“Il sentimento di paura e odio nei confronti dello straniero è infondato. Di che cosa avete paura? - si è chiesto, concludendo, Mirko Pagliai - Se vi trovaste nella loro situazione, voi cosa fareste? Non avreste voglia di scappare per cercare un futuro migliore lontano dalla guerra?”

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