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Negri Sud: a due mesi dalla chiusura, i dipendenti sono ancora senza certezze

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SANTA MARIA IMBARO - Continuano ad essere preoccupati gli ex dipendenti del Mario Negri Sud a due mesi dalla chiusura ufficiale.

“Il 25 aprile 2015 scrivevamo - commentano in una nota - "A più di un mese dall'inizio del presidio, sono stati raggiunti due risultati importanti: la lettera di licenziamento collettivo, che consentirà a breve di accedere all'indennità di disoccupazione e la garanzia da parte dell'INPS, che i lavoratori potranno accedere ai vari fondi (di garanzia, tesoreria, e complementare, a seconda dell'anzianità di servizio e delle scelte operate) maturato negli anni di lavoro”.
Per poi continuare il 12 maggio scorso: “ in occasione della consegna della lettera di licenziamento, i commissari liquidatori ci avevano assicurato - affermano gli ex dipendenti - che "a giorni" avrebbero provveduto a farci avere la documentazione restante (buste paga corrette, C.U. corrette e titolo di credito che ci servono per poter accedere al fondo di garanzia dell'INPS e recuperare almeno il TFR…)”.

Ma ad oggi, 14 luglio 2015, vivono ancora nell’incertezza, senza sapere se e quando potranno accedere al fondo di garanzia, né quando cominceranno a vedere l’indennità di disoccupazione.

Dopo due mesi, fanno quindi il punto della situazione. “Siamo stati licenziati 2 mesi fa, dopo 20 mensilità non corrisposte - proseguono i rappresentanti del personale - siamo stati costretti a presentare delle dichiarazioni dei redditi basate su delle C.U. sbagliate, nella maggior parte dei casi, perché nessuno si è ancora preso la briga di farci avere quelle corrette (e speriamo di non dover essere noi a pagare le conseguenze anche di questo). Da 2 mesi siamo ufficialmente disoccupati, ma l'INPS ritarda nell'iniziare ad erogare gli assegni della NASPI perché non sa ancora come calcolarne l’importo. I commissari liquidatori - si legge ancora nella nota - non danno segno di voler emettere i nostri titoli di credito (non danno nemmeno l'impressione di lavorarci...) quindi niente recupero TFR. Va detto che, per legge, il titolo di credito deve essere corrisposto obbligatoriamente entro 30 giorni dalla data del licenziamento, ma se il datore di lavoro (nel nostro caso i commissari liquidatori) non ottempera a questo dovere, non è passibile di niente”.

“Viene da chiedersi - proseguono nella nota - cosa stiano facendo questi commissari liquidatori, visto che il loro incarico prevede di liquidare, mentre ci giunge voce che, invece di lavorare alla nostra documentazione, l'unica loro preoccupazione finora è stata di affittare il residence della struttura. E ci chiediamo anche se è normale/compatibile che un commissario liquidatore, con una mole di lavoro tale da non riuscire ancora a produrre C.U. e buste paga, venga nominato assessore al bilancio del comune di Chieti. Noi la notte non dormiamo più - concludono - e voi?”.

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