LANCIANO. Sono attese 3mila persone oggi a Lanciano per lo sciopero generale indetto dalla Cgil. Si parte dalle 9,30 da piazzale Sant'Antonio per poi proseguire il corteo in viale Delle Rimembranze, via Luigi De Crecchio, corso Bandiera, corso Trento e Trieste e piazzale della stazione. Tra gli interventi ci sarà quello di Franco Nasso, segretario nazionale della Filt-Cgil, il settore dei trasporti, oltre a tutti i rappresentanti territoriali della Cgil.
E Lanciano viene scelta come simbolo di una piazza che, dopo la manifestazione dello scorso gennaio, si scalda ancora sulle tematiche del lavoro. "Questa è l'occasione buona per far sentire la propria voce - ha commentanto Nicola Di Matteo, segretario regionale Fiom - e lo diciamo anche a Bonanni e gli altri: si decida cosa si vuole fare del futuro e del ruolo del sindacato".
La vicinanza con la Val di Sangro, le recenti morti sul lavoro, il precariato e i posti persi in Sevel, Lanciano è la città che più di tutte per la Cgil può rappresentare la protesta e dar voce ai lavoratori. Ma i temi e le difficoltà che lo sciopero generale vuole raccontare sono tanti e investono tutta la Provincia. A cominciare dalla Val Sinello, nel vastese, dove 382 persone, in maggioranza donne, perderanno il posto alla Golden Lady. Le operaie della nota azienda di intimo e collant apriranno il corteo lancianese. La Golden Lady migra infatti in Serbia. Lì sono previsti 2 stabilimenti da 1000 operai l'uno, sgravi fiscali fino al 2018 e stipendi medi di 300 euro. Una concorrenza spietata per l'Abruzzo che infatti non può competere e perde la sua industria.
E sono 14.570 i posti di lavoro persi secondo le stime della Cgil tra il 2009 e il 2010. Nella sanità provinciale si contano invece 400 posti in meno all'anno che non saranno rimpiazzati da nessuno. E ancora tagli a scuola, industria metalmeccanica, chimica e ricerca. Si calcola che siano a rischio altri 2.500 posti di lavoro.
"Nel frattempo - considera Michele Marchioli, segretario regionale Cgil - aumenta il lavoro nero e a fronte di una diminuzione delle ore di lavoro, diminuisce di pochissimo la percentuale degli infortuni sul lavoro. Significa che i carichi di lavoro sono più intensi, che aumenta lo stress e la saturazione degli operai e che di conseguenza aumentano gli incidenti, che per il 30% colpiscono ragazzi sotto i 35 anni".
E non basta ancora. Si perdono i ricercatori. Oltre 100 sono quelli che migreranno altrove dalla Procter&Gamble di Chieti. E ci sono le situazioni drammatiche della Val Pescara, dell'ortonese con la Samputensili, della Val Sinello con la Robotek e della Tecnolamiere a cui si aggiunge la crisi del pantalonificio Canali, e poi ancora la Alimonti, mentre a San Salvo l'equilibrio è instabile, con la Denso che risente del terremoto giapponese.
E in equilibrio precario c'è anche la Sevel, che produce, ma lo fa per l'estero. "Bisogna fare più politica industriale - spiega Marchioli - individuare settori dove investire e innovare di più. Ma se per farci ricevere dal governatore Gianni Chiodi abbiamo dovuto aspettare giorni significa che si è perso il rispetto del lavoro e che mancano completamente le politiche che lo salvaguardano".