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Zavattaro ufficializza le sue dimissioni

"Poca attenzione dei rappresentanti regionali" è la motivazione alla base dell'abbandono della asl da parte del manager.

Redazione
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CHIETI - Sono state ufficializzate questa mattina, mercoledì 20 maggio, nel corso di una conferenza stampa a Chieti, le dimissioni dell’ormai ex manager della Asl2 Abruzzo, Francesco Zavattaro.

Lascia la direzione generale dopo cinque anni, durante i quali ha avviato e portato a termine la fusione tra le due ex Asl di Lanciano-Vasto e Chieti, un processo impegnativo e complesso, che, insieme al fallimento del gruppo Villa Pini, ha rappresentato l’ambito d’intervento più oneroso. La decisione delle dimissioni è stata ufficializzata in una nota inviata questa mattina al presidente della giunta regionale e all’assessore alla Programmazione Sanitaria.

Il manager ha voluto sottolineare i risultati conseguiti in cinque anni: “Lascio un’azienda in ordine, sotto il profilo dei conti e dell’organizzazione – ha messo in evidenza –  senza trascurare il fatto che abbiamo affidato con gara le forniture di servizi più importanti, eliminando le proroghe dei contratti. Non è poco, se torniamo indietro per un attimo a guardare da dove siamo partiti, con disavanzi strutturali di circa 70 milioni di euro l’anno, con ospedali e reparti doppione, volumi di attività non sempre adeguati a garantire sicurezza e qualità. Certo resta ancora molto da fare, ma nelle condizioni in cui ci siamo trovati a operare è stato fatto davvero un grande lavoro”.


Diverse le situazioni, richiamate in premessa nella suddetta nota, che hanno indotto il manager a lasciare l’incarico, tutte ricondotte a un difetto di attenzione dei rappresentanti regionali a grandi questioni che investono l’azienda, come le condizioni strutturali dei corpi C ed F,  la convenzione con l’università, il problema dei livelli di assistenza a rischio per la riduzione del lavoro flessibile, le contestazioni sulle proroghe dei contratti, che invece sono state in massima parte superate grazie alle gare effettuate.


Nella nota inviata alla regione, Zavattaro ha indicato la data del 13 giugno come termine del proprio incarico, sollecitando l’esonero dai termini di preavviso e la definizione con atto formale del procedimento di valutazione riferito ai primi 18 mesi del mandato, rimasto fermo alla verifica tecnica portata a termine dagli uffici della direzione sanità.

Grazie ad una rigorosa azione di revisione dei costi e contenimento della spesa, l’Azienda, che all’atto della fusione, a fine 2009,  mostrava una perdita di 46 milioni di euro, è arrivata a chiudere il 2012 con saldo in attivo, al netto delle sopravvenienze passive legate alla messa in Liquidazione Coatta Amministrativa della compagnia assicuratrice Faro S.p.A., contraente della polizza per responsabilità civile verso terzi, che ha costretto la Asl ad assumere ulteriori iniziative per la rideterminazione degli oneri da iscrivere al fondo rischi. Allo stesso modo per la gestione 2013, all’esito della corretta rideterminazione del conguaglio di mobilità, è stato comprovato un utile di esercizio.


Dal 2011 al 2015, inoltre, sono stati investiti 24,9 milioni di euro per l’adeguamento del parco tecnologico aziendale, fatto in gran parte di apparecchiature datate e obsolete. La somma più cospicua, pari a 22 milioni, è stata destinata all’alta tecnologia, in particolare mammografi, Tac a 64 e 128 strati, angiografi, colonne endoscopiche, robot chirurgico, nuovo acceleratore lineare.



E’ stata anche condotta un’attenta politica di gestione delle risorse umane, collegata alla rimodulazione delle unità operative. I numeri raccontano scelte mirate a dimensionare gli organici in maniera adeguata  alle nuove esigenze assistenziali, privilegiando l’area sanitaria rispetto a quella amministrativa, sempre nel rigoroso rispetto dei limiti di spesa previsti dal Piano di rientro regionale.

Al primo trimestre 2015, il personale assunto a tempo indeterminato è di 4.854 unità, di cui 2.479 infermieri, 1.074 medici, 716 tecnici e 423 amministrativi. 
 


Sono stati attivati i percorsi diagnostico-terapeutici per i tumori del seno, prostata, colon e polmone. SI tratta di una modalità che prevede un approccio integrato alla malattia, il cui percorso di cura prevede l’apporto di un’équipe mulltidisciplinare composta da tutti gli specialisti coinvolti, il chirurgo, l’oncologo, il radioterapista, che affrontano e discutono il caso in modo congiunto, mentre la gestione di tutte le fasi (esami e successivi controlli) sono affidati a un infermiere “case manager”.


Da non dimenticare la Certificazione Eusoma conquistata dal Percorso senologico aziendale, che vede nel ruolo di protagonista l’ospedale di Ortona, dove si concentrano i casi tumore al seno, sia nella fase di diagnosi che di cura, rappresenta un’esperienza da replicare. La specializzazione e i volumi di attività, infatti, rappresentano una garanzia di qualità nell’assistenza, il plus che viene cercato nelle migrazioni fuori regione, quando per il trattamento di una patologia importante si scelgono strutture con una elevata expertise e casistica numerosa.
Quello del “Bernabeo” è un modello che ha siglato il successo di un ospedale di piccole dimensione, che ha saputo trovare e investire su una specializzazione, facendo squadra intorno a un progetto comune.


Due storie simili, sotto il denominatore comune dell’assistenza organizzata per intensità di cura, che ruotano intorno alla scelta di trattare a Chieti i casi più complessi, e a Vasto e Ortona quelli più semplici. L’obiettivo è dare ai malati l’assistenza più appropriata nel luogo giusto, in base alla severità della patologia e del quadro clinico. Un modello che ha portato la Asl a scalare la classifica dello “Sportello cancro” redatta dal Corriere della Sera nella cura dei tumori del pancreas e apparato digerente, e della prostata e rene.

Si tratta di una classifica che include tutte le strutture italiane che si occupano di tumori, suddivisi per categorie, ordinati in base al numero di interventi e ricoveri eseguiti in un anno, e all’Indice Medicare, un parametro che consente di valutare la complessità globale dell’attività di un ospedale. I dati, riferiti al 2013, documentano una crescita esponenziale per entrambe le specialità: per la chirurgia del pancreas, fegato e vie biliari l’ospedale di Chieti ha guadagnato 69 posizioni, passando dal 139° posto del 2012 al 70° del 2013. Cifre alla mano, dunque, Chieti è diventato il primo ospedale abruzzese nel trattamento delle neoplasie del pancreas (i casi operati al SS. Annunziata superano la somma di tutti quelli trattati in Abruzzo). Risultato analogo per i tumori di tipo urologico: per la prostata Chieti ha guadagnato 168 posizioni, collocandosi all’86° posto nella graduatoria nazionale (a fronte del 254° conquistato nel 2012) e al primo posto in Abruzzo (dove l’anno precedente era 5°) L’adozione del modello a intensità di cura ha prodotto risultati anche nel campo delle neoplasie del rene e delle vie urinarie, dove gli ospedali di Vasto e Chieti hanno guadagnato rispettivamente 8 e 46 posizioni.
 

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