Un dipendente dell'amministrazione provinciale di Chieti, M.C., 51 anni, di Atessa, è finito oggi ai domiciliari con le accuse di truffa aggravata continuata, peculato e falsità ideologica. Per gli stessi reati, sono stati denunciati a piede libero B.D.B., 48 anni, di Casalbordino e B.T., 59 anni, di Casoli.
"Sono stati eseguiti - si legge dalla nota emessa dalla Procura di Lanciano - servizi di osservazione, perquisizioni e sequestri presso gli uffici della provincia di Chieti, intercettazioni telefoniche, riscontri documentali, escussione di persone informate sui fatti ed altro".
Le indagini, coordinate dal pm Rosaria Vecchi, hanno evidenziato truffa aggravata, peculato e falsità ideologica continuata in concorso tra loro, M.C. con funzioni di caposquadra e B.D.B. e B.T. come collaboratori. I tre, come risulta dalle indagini, sembra si allontanassero dal posto di lavoro, utilizzando mezzi di proprietà della provincia, per scopi personali, o addirittura, al mattino, non prendevano servizio per recarsi altrove. M.C. è accusato di aver redatto, nelle sue funzioni di pubblico ufficiale, un atto attraverso il quale attestava falsamente di aver usufruito di giornate di congedo al fine di procurarsi l'impunità del reato di truffa aggravata. Gli altri due sono invece accusati di aver redatto, dichiarando il falso, di aver effettuato servizio di manutenzione stradale, mentre invece adoperavano un mezzo di proprietà della provincia di Chieti per il trasporto di cose di loro proprietà .
L'ordinanza di applicazione di misura cautelare è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, su richiesta del pm Vecchi, titolare delle indagini.