LANCIANO. "Siamo più sereni perché abbiamo ottenuto ampie rassicurazioni sulla permanenza della sede Ater a Lanciano". E' il commento dell'assessore alle politiche della casa del comune di Lanciano, Marcello D'Ovidio, al termine dell'audizione del sindaco Mario Pupillo nella riunione della II commissione regionale (Governo del territorio Lavori pubblici Ordinamento uffici e Enti locali), che sta affrontando la riforma delle Ater.
"Il sindaco - racconta D'Ovidio - ha presentato il documento sottoscritto da 50 sindaci, sui 76 presenti nell'area amministrata dall'Ater Lanciano-Vasto, in cui si chiedeva ufficialmente di non cancellare l'azienda frentana riportando dati concreti a sostegno del fatto che il "nostro" è un ente virtuoso, oltre che antico, con bilanci in attivo, e costi di gestione molto bassi".
"Si è registrato un sostanziale accordo nel mantenere le attuali 5 Ater - riporta il consigliere dei Verdi, Walter Caporale - e in fase di votazione, la prossima settimana, dovrebbero essere accolti gli emendamenti presentati da me e dai commissari Pdl tesi a mantenere l'Ater di Lanciano. D'altra parte, come ha ben spiegato il Sindaco Mario Pupillo, l'azienda frentana non grava sul bilancio regionale per le spese di gestione corrente essendo un'azienda autonoma e pienamente autosufficiente dal punto di vista economico-finanziario. Il suo patrimonio immobiliare è frutto di una gestione oculata (basti dire che non ha macchine di rappresentanza) e produce un cospicuo reddito annuo".
Trovato l'accordo anche sull'emendamento, anche questo dei Verdi, di non trasformare le attuali Ater in Atas (Aziende territoriali per l'abitare sociale). "Non viene mutata la natura giuridica delle aziende - spiega Caporale - non si comprende perché sia necessario cambiarne la denominazione,che, a conti fatti,costerebbe circa un milione di euro in termini economici ed organizzativi".
Dato che tutta la riforma è volta a ridurre i costi di gestione delle aziende, sembra strana la presenza di due norme che non riducono affatto le spese. Una norma prevede infatti che ai componenti del Consiglio di Amministrazione delle Ater sia dato, oltre al compenso annuo, una "parte variabile della retribuzione non superiore al 30% dello stipendio, in base ai risultati raggiunti. La seconda norma, di cui i Verdi chiedono la soppressione, individua il Direttore dell'azienda fuori dagli organici. Un direttore esterno, quindi, che percepirebbe un compenso annuo lordo superiore ai 100mila euro.
"Una scelta strana - conclude D'Ovidio - perché i direttori sono sempre stati interni, a Lanciano per lo meno, in modo da tagliare le spese".