Il mare ha restituito il corpo di Giovanni Micozzi all’altezza di Lesina, in provincia di Foggia, ma il suo stato ha reso particolarmente difficile il riconoscimento da parte dei parenti, tanto che sono occorsi alcuni giorni affinché si determinasse la sua identità con certezza. E così è finita in tragedia la storia della misteriosa scomparsa del professore di Greco e Latino al Liceo Classico di Lanciano, poi trasferito al liceo De Titta, presso cui aveva ricevuto l’incarico di curatore della biblioteca dell’istituto.
Le indagini hanno portato a pensare che l’uomo sia morto affogato il giorno stesso della sua scomparsa, quando abbandonò l’auto con le chiavi inserite, senza lasciare alcuna spiegazione ad amici e familiari. Quel giorno scattarono immediate le ricerche nella speranza di ritrovare il professore di Filetto, sebbene già circolasse la voce di alcuni che temevano il peggio, forse anche a causa della dinamica della sparizione.
La sorella Marina Micozzi, docente all’Università di Viterbo, era andata anche alla trasmissione “Chi l’ha visto?” con la speranza di ottenere qualche informazione utile al ritrovamento, mentre alcuni amici avevano lanciato diversi appelli a chiunque potesse averlo visto nei giorni immediatamente successivi. Tuttavia i ricercatori della Capitaneria di Porto e dei Carabinieri e Polizia brancolavano nel buio, fino a che si è deciso di abbandonare le ricerche attive, dato il gran numero di giorni trascorsi.
Ritrovato alcuni giorni fa, il corpo è stato riconosciuto soltanto ieri dai parenti che erano stati avvisati tramite l’ausilio della rete delle questure italiane. L’identificazione è avvenuta soltanto grazie al riconoscimento degli indumenti che indossava.