LANCIANO. “Siamo stanchi di doverlo continuamente ripetere: l’Ater di Lanciano non sarà soppresso e accorpato a quello di Chieti. La maggioranza di centrodestra che amministra la Regione ha già trovato un accordo che prevede la costituzione di due aziende in provincia di Chieti: una nel capoluogo e una a Lanciano”.
La precisazione del Consigliere regionale del PdL Nicola Argirò riaccende il caso Ater a Lanciano in discussione in queste ore all’Emiciclo. “Nella delibera di giunta è stato fatto un semplice errore che prevedeva la cancellazione dell’Ater di Lanciano – ammette Argirò in una nota - fu Ermando Bozza, candidato sindaco del centrodestra a Lanciano, a sollecitare la correzione di quel provvedimento, cosa che è puntualmente avvenuta con un emendamento firmato dal sottoscritto e dai colleghi Emilio Nasuti, Antonio Prospero e Luigi De Fanis. I cari sindaci possono dunque stare tranquilli: non è necessario che vengano a sfilare all’Aquila per avere un po’ di visibilità”.
Intanto sulla questione interviene lo stesso Ermando Bozza, candidato sindaco per il centrodestra nelle recenti amministrative che plaude alla proposta di aggiungere alle 4 Atas provinciali quella di Lanciano-Vasto: “Le esigenze di accentramento e di risparmio di spesa sono priorità da perseguire ma solo e soltanto se portano a reali vantaggi economici e di fruizione dei servizi – specifica Bozza in una nota - nel caso di specie tali vantaggi non trovano alcun riscontro fattivo ma, al contrario, emergono chiaramente le negatività legate alla soppressione di un’azienda storica (la più antica d’Abruzzo) che gestisce un servizio importante, quale quello della politica della casa, per un territorio che soffre la disomogeneità territoriale, economica e sociale dell’attuale assetto delle province”.
Ma il Pd, per voce del segretario cittadino, Leo Marongiu e del capogruppo in consiglio Maria Saveria Borrelli, insorge: “La riforma Ater della regione è insensata: da un lato non riduce gli sprechi e dall’altro va a discapito di servizi che sono stati importanti per lo sviluppo delle nostre Città, senza indicare una nuova politica di ristrutturazione urbana regionale – si legge in una nota - una riforma che come sempre parte dalla coda e non dalla testa, perché non abbiamo chiaro cosa la regione abbia in mente per gli Ater: devono essere declassati a manutenzione ordinaria e riscossione affitti oppure è pensabile immaginare una nuova politica sulle attività di ristrutturazione urbana?".

