CHIETI - È partita in Abruzzo la mobilitazione a sostegno del made in Italy alimentare promossa da Coldiretti, questa volta con particolare attenzione alla composizione dei succhi di frutta. In seguito alla bocciatura da parte della Commissione Politiche europee della Camera dei Deputati della proposta di innalzare la percentuale di frutta contenuta nei succhi dal 12 al 20 per cento, la Coldiretti ha coinvolto i Comuni, le Province, le Regioni italiane, inviando una proposta di delibera a sostegno dell’innalzamento del contenuto di frutta nelle bevande analcoliche che portano il nome di succo di frutta.
La risposta è stato molto positiva. Più di 50 Comuni abruzzesi hanno già aderito e tra pochi giorni sarà la volta del Consiglio Regionale, che dovrà votare la risoluzione urgente presentata dall’Assessore regionale Mauro Febbo. Immediata la risposta della Provincia di Chieti che ha già approvato l’ordine del giorno promosso da Coldiretti, deliberando sull'innalzamento del contenuto succo di frutta nelle bibite analcooliche, vendute con il nome di frutta a succo.
“Abbiamo ritenuto ampiamente condivisibile la proposta di Coldiretti per diverse ragioni - commenta il Presidente Di Giuseppantonio - Questo perché è imprescindibile tutelare gli interessi delle imprese della filiera agroalimentare del nostro territorio, che rappresentano un vero e proprio traino dell’economia locale. Per sostenere il progetto di Coldiretti ci impegniamo a intraprendere iniziative per sollecitare il Parlamento affinché approvi un apposito emendamento per rendere effettivo l’innalzamento della percentuale minima di frutta nei succhi e bevande analcoliche dall'attuale 12% al 20%, nel pieno rispetto della disciplina comunitaria in materia di concorrenza".
“D’altra parte - aggiunge il Presidente Di Giuseppantonio - l’innalzamento del contenuto, oltre a contribuire alla salvaguardia e alla crescita del patrimonio produttivo e ambientale del settore degli agrumi, è garanzia per i consumatori che chiedono qualità, trasparenza e genuinità. In un momento di grave crisi in cui il nostro Paese è alla ricerca di azioni e risorse per il rilancio dell’economia e della crescita occupazionale, il Made in Italy agroalimentare è universalmente riconosciuto come straordinaria leva competitiva ad alto valore aggiunto per lo sviluppo del Paese. Le Istituzioni devono quindi fornire gli strumenti giusti in questa direzione che passano, prima di tutto, da una corretta applicazione della legge”.